martedì 30 dicembre 2008

Senza coraggio niente pace in Medio Oriente

Quei palestinesi che cantano le lodi di Hamas, commettono un terribile errore. Hamas, come quasi tutti sappiamo, è un movimento capeggiato in buona parte da terroristi. Hamas vede Israele come il fumo negli occhi. Per una settimana i razzi di Hamas sono stati lanciati contro Israele. Israele ammoniva: attenti, se ci attaccate reagiremo con la massima durezza! Il guaio di numerosi palestinesi è di appoggiare capi e movimenti che hanno obiettivi contrari al benessere. Hamas non porterà né democrazia, né modernità, né pace, né prosperità, traguardi a cui legittimamente aspira ogni buon musulmano. L'esistenza di due Stati, israeliano e palestinese, nei confini fissati dalle Nazioni Unite, deve divenire realtà il più presto possibile. Ma c'è chi rema contro. Sappiamo benissimo che questo mondo non è abitato solo da brave persone, ma anche da produttori di armi, trafficanti, guerrafondai e politici corrotti. Se si fanno le armi, le si vendono e non si fanno guerre, l'industria delle armi dove va? Per decenza non lo dico. Tanto mi avete già capito! Avete capito cioè che la guerra è un affare gigantesco per certi satanassi. Dicevo, occorre perseguire l'esistenza di questi due Stati nei loro confini internazionali. Qualunque oltraggio alla legalità internazionale per quanto questa legalità possa apparire discutibile porta in sé un male più grande di quello contestato. Perciò ogni soluzione del conflitto che non rispetti integralmente la legalità internazionale, cioè le risoluzioni dell'Onu, non può condurre alla pace. Per conseguire la pace, solo la via della diplomazia ha buone probabilità di successo. Questa strada si fonda su due regole complementari: da una parte, la giustizia e il rispetto della legalità internazionale; dall'altra, la necessità di fare alcune concessioni per tenere conto della realtà oggettiva. Il che presuppone da una parte conoscenza e senso del diritto internazionale; dall'altra flessibilità e discernimento nonché disponibilità a rinunciare ad una parte dei miei diritti a favore dei diritti dell'altro. Aggiungerei un appunto: posto il fatto che da più di mezzo secolo in Medio Oriente dominano guerra e odio, NON ESISTE E NON POTRA' ESISTERE UNA SOLUZIONE PERFETTA; occorre cercare e accettare la meno imperfetta delle soluzioni. Bisogna raggiungere una soluzione duratura, anzi definitiva, della crisi del Medio Oriente, per poter costruire la pace.
CONCRETAMENTE COSA SI POTREBBE FARE? Ecco, per sommi capi, alcuni possibili passi:
1. Creare uno Stato palestinese basato sulle frontiere internazionali (ovviamente dovranno essere fatte piccole modifiche, purché di comune accordo fra Israele e Palestina). 2. Riconoscimento ufficiale e scambio di ambasciatori. 3. Istituire una Forza Internazionale "consistente" laddove la pace non sia stata ancora pienamente acquisita. Questa forza dovrebbe essere posta su entrambi i lati delle frontiere internazionali. 4. Aiutare lo Stato Palestinese a costituire un esercito nazionale sufficientemente forte per assicurare da solo la sicurezza e quindi smilitarizzare tutte le milizie e i gruppi armati. 5. Liberare tutti i prigionieri degli altri Paesi detenuti nel proprio Stato, mediante accordi di scambio; in particolare tra Israele e Palestina, Israele e Libano, ecc. Perché tali progetti possano realizzarsi occorre una rivoluzione nella maniera di pensare. Da più di mezzo secolo i responsabili politici d'Israele e dei Paesi arabi non hanno proposto che la violenza ai loro popoli come unica soluzione ai problemi, convincendoli che il diritto e la ragione erano dalla loro parte. Occorrerà molto coraggio per cambiare discorso. La guerra non richiede coraggio, la pace sì! La guerra che in questi giorni è nuovamente sotto i nostri occhi, con il suo strascico disumano di bestialità e sofferenze indescrivibili, deve consentire a milioni, anzi a miliardi, di persone di tutte le tendenze, di comprendere una volta per tutte che la violenza, qualunque sia la sua giustificazione, non porterà alcuna soluzione duratura, e che il Medio Oriente non sarà pacificato dalla guerra!

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Daniele Barbarotto (Napoli)

lunedì 29 dicembre 2008

Il micio pensatore

Un gatto rincorreva / spensieratamente / la propria coda. / Gli chiesi: / animaletto, / abbi la bontà / di sussurrare / all’orecchio mio / la tua verità. / Così rispose: / "Giocare con la mia coda / facendo il girotondo, / non è vana moda: / è ricreare il mondo".
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Daniele Barbarotto (Napoli)

sabato 27 dicembre 2008

Angelo ripreso da telecamera in ospedale?







Oggi vi parlo di un evento straordinario: la presenza di un angelo sarebbe stata ripresa dalla telecamera di sicurezza di un ospedale. Un angelo filmato da una telecamera, capite? Ecco, succintamente, la storia: Chelsea Banton è una ragazzina anormale. Nel mese scorso era ricoverata al Presbyterian Hospital (Charlotte, Carolina del Nord) in condizioni disperate; i dottori l'avevano data per spacciata. Ma è successo qualcosa di eccezionalmente misterioso: la telecamera di sicurezza dell'ospedale ha catturato la figura di un angelo proprio sulla porta del reparto di cura intensiva dove era la fanciulla. Dopo l'apparizione dell'angelo la ragazzina ha cominciato a stare meglio e le hanno rimosso la maschera dell'ossigeno. Il 14 novembre scorso l'hanno tolta dal reparto di cura intensiva, e tre giorni dopo l'hanno mandata a casa. Sua mamma è certa che quella luce sia un angelo: "E' stato un miracolo!" ha dichiarato con forza. La foto in cui si vede una figura splendente è stata scattata dalla signora con una macchina fotografica digitale dal monitor dell'ospedale. Bisogna riconoscere che effettivamente la figura apparsa su quella telecamera pare davvero quella di un angelo! Comunque, angelo o non angelo, quella povera piccola ragazza che prima era moribonda, dopo la comparsa di quel strano bagliore si è ripresa, sta bene ed è circondata, a casa, dall'affetto dei suoi cari. Il 25 dicembre (cioè l'altro ieri) ha compiuto 15 anni ...
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Daniele Barbarotto (Napoli).

mercoledì 24 dicembre 2008

SIA UN NATALE DI VERO BENESSERE







Finalmente è giunto Natale! Festeggiamo la nascita di Gesù di Nazareth. L'atmosfera è luccicante. L'aria profuma di gradevoli effervescenze. In questi giorni particolari tutti cerchiamo di apparire migliori e di esprimere maggior solidarietà. Gesù nacque come un senzatetto. Nascere in una stalla e dormire tra un bue e un asino non è certo una condizione tanto invidiabile. Dunque, il bimbo divino conobbe da subito lo squallore della povertà. Come mai Egli si è riposato sopra un mucchio di paglia, patendo il freddo? Perché la Sua vita è stata una lunga serie di sofferenze? Forse per dimostrarci che ogni vita è divina, anche quella di chi vive nell'emarginazione. E poi, noi esseri umani, per un verso o l'altro, siamo tutti poveri. C'è chi è povero di autostima, tanto per dirne una. E ora domandiamoci: che cosa significa il 25 dicembre per noi? Ogni anno, da secoli, ricorre questa festività speciale che acquista, volta dopo volta, una bellezza sempre più toccante e spirituale. In quest'occasione siamo più indotti a riflettere su noi stessi, sull'umanità intera, su Dio, sul futuro di tutti e di ciascuno. Cosa c'è nel nostro destino? Cosa vuole Dio da ciascuno di noi? Il Natale cela dei significati che meritano sicuramente d'essere messi in evidenza. Essenzialmente il Natale per me significa che Dio vuole rinascere nel mio cuore, comunicandomi una gioia perenne. Il Natale simboleggia l'avvento della pace; è l'abbraccio d'Amore che unisce e affratella tutti gli uomini e tutte le nazioni. La storia di Gesù è stracolma di mistero e di fascino, è una storia che mi commuove. Dentro di noi, sapete, c'è una grotta: è lì che Gesù bambino vuole entrare con lo splendore della Sua Grazia. Grazia benefica e salutare. Il Natale, pertanto, non è soltanto l'occasione per fare pasti prelibati, per riempirsi la pancia di dolci e altre leccornie. Il Natale è prima di tutto un periodo per meditare sull'Amore di Dio! Il Natale è la festa della bontà, dell'ottimismo e della fiducia. Dobbiamo sentirci spinti a vivere in pace con tutti, cominciando dalla propria famiglia. Questo Natale ci renda tutti più felici e ci trasmetta un'allegrezza così dinamicamente intensa che possa riverberarsi su tutto l'anno nuovo: il 2009. Ecco il mio sincero augurio per tutti!!!
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Daniele Barbarotto (Napoli).

martedì 23 dicembre 2008

Buon Natale! a e.ba, Sanremo Buongiorno! e ImperiaTV





Il Natale sia per voi un periodo di incommensurabile e magica bellezza. Il Natale si muti in gioia nei vostri cuori. Il Natale sia per voi ricco di stupende, favolose sorprese di pace e benevolenza.
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Buon Natale!
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Natal è festa da duemila anni: /tra tutte, quest'è la festa più bella. /Colui che insegnò a vincer gli affanni, /portò a tutti la buona novella. /L'uomo più dolce del mondo fu Gesù: /dormì in una mangiatoia, bambino. /Con l' opere buone dimostrò virtù; /Lui era avvolto d'alone divino. /Cosa ci dice oggi il Salvatore? /Ci dice di vivere in pace quaggiù /e d'amare tutti con tutto il cuore. /Sol facendo così andremo lassù! /
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Daniele Barbarotto
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P. S. Gesù bambino vi accompagni sul Sentiero dell'Amore Incondizionato!

lunedì 22 dicembre 2008

Uniti al Tutto


Che senso ha il nostro vivere? Apparteniamo ad una Realtà Totale? Siamo parte del Tutto?
"Il vero miracolo non è camminare sull'acqua o sull'aria, ma camminare su questa terra", asserisce il monaco zen vietnamita Thich Nhat Hanh, poeta e costruttore di pace, insieme al Dalai Lama una delle figure più rappresentative del Buddhismo; "E' il fatto stesso di essere vivi che è sacro; essere è una benedizione", sosteneva sovente Rabbi Abraham Heschel, teologo e filosofo. "Ama il mondo come te stesso: potrai allora aver cura di ogni cosa", recita il Tao Te Ching. "Nella realtà più profonda, al di là di tempo e spazio, potremmo tutti essere membri di un unico corpo", ipotizza il fisico e matematico James Jeans. Citazioni e pensieri presi da tempi e uomini diversi, che illustrano una visione unitaria dell'esistenza come da molti secoli sapienti e Maestri di ogni tradizione hanno più volte prospettato. Il Gioco divino (Lila) nell'antica tradizione indiana del Rig Veda consiste in questo: nella vita terrena l'Unità si fraziona nella Molteplicità allo scopo di godere della propria creazione dagli innumerevoli diversi punti di vista. I miti sono sempre forme simboliche e sintetiche per esprimere concetti complessi, più facilmente afferrabili nel linguaggio analogico della metafora che in quello più rigido del pensiero lineare. Come spiegare diversamente, infatti, un pensiero così poco... logico, come quello che ridurrebbe titoli, onori e ricchezze in meri accessori, insignificanti in sé, dato che l'unico evento in realtà degno di nota è il vivere in sé? "Voi siete già illuminati; tutto quello che dovete fare è risvegliarvi a questa realtà", è il martellante messaggio dei Maestri Zen, che propongono meditazioni e riflessioni atte a neutralizzare la percezione convenzionale e limitata che abbiamo della vita per aprirci a una percezione più vasta, in cui scopriamo di essere parte di una realtà ben più vasta. Sai Baba, il famoso guru indiano, è ancora più esplicito: "Tutti sono Dio e come tali vanno rispettati. Credete in questo, comportatevi secondo questa convinzione, e non vi macchierà più nessuna traccia di egoismo, di superbia, di invidia, di malizia, di avarizia o di odio". E adesso un parere ... laico: "Un essere umano è parte dell'intero che chiamiamo Universo, una parte limitata nel tempo e nello spazio. Ha esperienza di sé, dei suoi pensieri e sentimenti, come fosse separato dal resto, una sorta di illusione ottica della sua coscienza. Questa illusione è per noi come una prigione, che ci limita ai nostri desideri personali e all'affetto per poche persone che ci sono vicine. Il nostro compito deve essere liberarci da questa prigione, ampliando la nostra cerchia di compassione per includere ogni creatura vivente e l'intera natura nella sua bellezza" (Albert Einstein). Questa volta è uno scienziato che parla, non più un mistico. Non tanto tempo fa questa visione era prevalentemente orientale, ma oggi sono sempre più frequenti e numerose le voci autorevoli nel mondo culturale occidentale che ripropongono una visione unitaria della realtà. La filosofia perenne di Aldous Huxley afferma ripetutamente che siamo tutti fondamentalmente uno; la psicologia transpersonale di Ken Wilber e di Stanislav Grof sottolinea quanto siamo tutti sotto l'incantesimo di una percezione dualistica della realtà per cui "io sono qui dentro" e "il resto del mondo è là fuori". L'io racchiuso nella pelle deve essere ampliato dalla comprensione che l'uomo è parte integrante del Tutto. Dobbiamo acquisire la consapevolezza che siamo tutti foglie dello stesso albero, che siamo tutti figli di Dio. La coscienza dell'Unità può così essere il punto di partenza per reimpostare un vero, duraturo e significativo progresso etico, sociale, politico, spirituale.
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Daniele Barbarotto (Napoli).

venerdì 19 dicembre 2008

Il poeta è l'araldo dell'infinito



Sono un poeta. Questa è una cosa che sento dentro di me. Scrivo poesie quando sono assorto in una sublime concentrazione, quando sono rapito in una specie di estasi. Le mie poesie normalmente non indulgono al pianto, ma sono inni alla magnificenza del creato e accettazione serena del mistero. Per me la poesia non è solo poesia, letteratura, ma è anche immersione nello Spirito, messaggio universale, impegno completo. A mio modo di vedere, infine, la poesia è un gioco allo stato puro: un vero e proprio divertimento globale.


Gattino smarrito

Nascosto sotto l’automobile / miagola disperatamente / un gattino rimasto orfano. / Mi chino per afferrarlo, ma lui, / pauroso, si allontana, / si rannicchia più in là. / Ha bisogno di soccorso, / eppure sfugge le mie mani / che son pronte all’aiuto. / Per fortuna, mi viene un’idea. / Mi siedo per terra, zitto. / Fingo di dormire saporitamente. / Dopo un po’, il micino / s'avvicina e mi annusa / con la massima cautela. / Allora, di colpo lo afferro / e, lesto, lo porto in salvo. / Ora lui fa parte della mia famiglia. /


Chiavi meravigliose

Una formica / e un grillo / si scambiano / un augurio di pace. / Un prato / denso di fiori / è un quadro / di felici colori. / Ogni albero è un miracolo. / La mia salute è un bel pensiero. /


Me ne frego

Si discute a lungo del cuore mio: / un giorno è buono, un giorno è saccente. / Vi do la mia parola: anche io / non ci capisco davvero un bel niente. / Secondo gli amici ho un cuore d’oro, / ma per Sempronio è solo elegante. / In base al parere d’ognun di loro / ora sono un santo, ora un furfante. / Allora così mi va di spuntarla: / di ciò che pensano, io nulla dico. / Delle sentenze, di quanto si sparla / me ne importa meno di un secco fico. /
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Daniele Barbarotto (Napoli).

giovedì 18 dicembre 2008

Meditate gente, meditate!


Ritagliatevi un po' di tempo per meditare: anche se siete molto impegnati, dovreste tenere uno spazio vuoto in agenda per guardarvi dentro. Meditare è una buonissima abitudine. Prendetevi una pausa due, tre volte al giorno. Vi farà molto bene. E ricordatevi che non non è una perdita di tempo. Quindi, per circa 15 minuti spegnete tv, computer e telefonino per dedicarvi esclusivamente a voi stessi, alla vostra anima. Solo nei momenti di silenzio riusciamo a entrare in contatto con la parte più profonda di noi stessi, allontanare le pressioni esterne e ritrovare l'energia. Ritagliarsi spazi per rilassarsi completamente fa anche bene da un punto di vista neurologico perchè aiuta la mente a non fare corto circuito. Durante la pausa bisogna concentrarsi sul qui e ora, senza lasciarsi distrarre dai propri problemi. Sedetevi tranquilli, magari chiudendo gli occhi, e siate coscienti della vostra respirazione. In un mondo in cui l'attenzione è quasi esclusivamente rivolta all'esterno, la Meditazione è uno strumento per riprendere contatto con il proprio mondo interiore. La vita scorre veloce attorno a noi. La focalizzazione sulle esigenze del mondo esterno è ormai prioritaria per tutti. Il lavoro e la famiglia, le esigenze fisiche, gli spostamenti, gli aggeggi tecnologici: queste sono le esigenze che rendono l'uomo costantemente orientato verso ciò che gli è esterno. Così ignora quasi del tutto sé stesso. Ribadisco: solitamente l'attenzione è rivolta verso l'esteriorità; in caso di disturbi o malattia - e solo in questo caso - verso l'interiorità. L'attenzione della nostra civiltà è principalmente diretta verso le esigenze lavorative e, ovviamente, le familiari. La Meditazione è una tecnica, uno strumento, a disposizione dell'individuo: lo aiuta a focalizzarsi nuovamente - se si è distratto - verso la sua realtà interna. In pratica, gli permette di prendere contatto con la sua soggettività, a volte totalmente sconosciuta, e gli consente di scoprire non solo come è fatta ma anche se, e come, può essere modificata. Meditare, perciò, conviene, anche perché consente di ritrovare la gioia di vivere.
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Daniele Barbarotto (Napoli)

mercoledì 17 dicembre 2008

Dio esiste?



Il libro di Riccardo Chiaberge pone l'enfasi sulla necessità di avviare un confronto sereno che trascenda gli steccati tra laici e credenti e le tentazioni fondamentaliste di segno opposto in merito a questioni fondamentali come le origini del cosmo e l'evoluzione della vita. Quando si discute soprattutto di questioni cruciali come queste, è necessario tener conto della diversità di background culturale e religioso degli interlocutori, altrimenti si corre il rischio di creare una confusione di proporzioni inaudite. Inoltre bisogna conversare pacificamente, non devono esserci momenti di frizione o di ostilità. Dissensi, divergenze di punti di vista, possono e devono essere rimarcati ma senza alzare la voce e senza pronunciare condanne, anatemi o parole aspre l’uno verso l’altro. "La variabile Dio" è un libro che invita a meditare sull’importanza dell’autonomia tra scienza e fede e si conclude con una nota di speranza: tra questi due ambiti di pensiero “il conflitto non è inevitabile”. Scienza e fede, in definitiva, non sono incompatibili, a condizione naturalmente che la ricerca resti libera da condizionamenti di qualsiasi tipo.
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Daniele Barbarotto (Napoli).

martedì 16 dicembre 2008

Lancio di scarpe contro Bush



Dai media ho appreso che le autorità giudiziarie di Baghdad hanno convalidato l'arresto del giornalista iracheno, Muntazer al-Zaidi, che tre giorni fa ha scagliato le sue scarpe contro il presidente americano nel corso di una conferenza stampa. «L'arresto è stato convalidato con l'accusa di aggressione al presidente degli Stati Uniti», ha detto Abd al-Karim Khalaf, portavoce del ministero degli Interni. Il giornalista sarebbe stato picchiato in carcere, riportando fratture a una mano, al costato, lesioni a un occhio e un'emorragia interna. Questa la versione (forse esagerata!) del fratello di al-Zaidi, secondo cui il giornalista al momento si troverebbe in un ospedale militare americano di Baghdad. Dal giorno dell'arresto, ha denunciato inoltre il fratello, al reporter non sarebbe stato ancora consentito di parlare con un legale, nonostante parecchi avvocati si siano offerti di difenderlo. Il ministero dell'Interno smentisce. «L'inchiesta fa il suo corso e il giornalista sarà processato il prima possibile», ha detto Khalaf, smentendo le voci secondo cui al-Zaidi sarebbe stato torturato in carcere. Il giornalista della tv satellitare al-Baghdadiya rischia una pena massima di sette anni di detenzione, ma potrebbe anche essere rilasciato in cambio del pagamento di un'ammenda pecuniaria. Per come la vedo io, il suo è stato un gesto gravemente inconsulto. Se lo sbattono al fresco dopo il processo, avrà modo di riflettere sulla sua insensata condotta. Quel gesto, caso mai, lo doveva fare contro Saddam Hussein, il sanguinario dittatore! Questo screanzato giornalista che ha chiamato "cane" un Capo di Stato dovrebbe essere radiato dall'Albo senza troppi complimenti, per la semplicissima e ovvia ragione che un giornalista ha un codice di comportamento da rispettare; non può e non deve mettersi a fare buffonate aggressive. Il lancio di scarpe può farlo un clown al circo; un giornalista deve usare la mente e la penna. Punto e basta. Se fosse rinsavito, chiederebbe scusa a Bush. Ma non credo che lo farà. Nutre molto disprezzo nei confronti degli occidentali, a quanto sembra. Questa vicenda ci trasmette un chiaro insegnamento: è sempre preferibile usare le buone maniere, la gentilezza, il rispetto e la pacatezza! Concludendo: George W. Bush non è un santo, ma sicuramente non merita di essere preso a scarpe in faccia!
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Daniele Barbarotto (Napoli).

lunedì 15 dicembre 2008

Torta verde





Le volte in cui torno ad Imperia a far visita ai miei parenti, non posso resistere a questa prelibatezza! Ve lo dico non tanto per mettervi al corrente delle mie preferenze gastronomiche, quanto per seguire i dettami del mio intuito. Come un napoletano è capace di bere un caffè anche a mezzanotte, così io sono capace di mangiare un trancio di torta verde a qualsiasi ora del giorno o della notte. Per la semplice ragione che ne sono ghiottissimo. Vi ho rivelato questo in assoluta confidenza. Promettetemi che rispetterete il segreto, altrimenti tutta Imperia saprà di questo mio peccaminoso desiderio! Consentitemi ora di sfornare una mia poesiola dedicata proprio alla ...




TORTA VERDE


Ogni volta che ad Imperia vengo / (è la verità, lo sostengo), / io vado a comprare la verde torta. / La mangio lieto, il cuor mi conforta. / Composta di naturali ingredienti, / lesto lesto la metto sotto i denti. / Con uova, formaggio, bietole, riso, / è buona: la gusto con un sorriso! /

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Daniele Barbarotto (Napoli) .

sabato 13 dicembre 2008

Una poesia dedicata ad Imperia




Nato ad Imperia nel 1957, abito a Napoli dal 1979. Il mio amore per la mia città natale è rimasto intatto, anzi cresce sempre più nel mio cuore. Adesso voglio esprimerlo nel modo che più m'è congeniale: con i versi di una mia poesia.

Ad Imperia

Di Imperia ho nostalgia, / da turista vo per via. / 'Sta città dolce, solare, / rinfrescata è dal mare. / Amo dei fior la Riviera, / terra bella e sincera. / E Sanremo ammiro tanto, / ché del Festival mi vanto. / Castelvecchio, nei dintorni, / lì son nato e fo ritorni. / Gl'imperiesi tutti quanti / son leali e costanti. / Qui ci sono buone cose: / olio, miele, pasta, rose. / D'esser ligure son fiero, / quest'è certo, veritiero. /
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Daniele Barbarotto
(Napoli).

venerdì 12 dicembre 2008

Così parla il mio cuore!



Le mie poesie intendono aprire una porta al dialogo con l'universo. Le mie poesie sono fatte di parole libere e gioconde. Le mie poesie sono acqua, fuoco, luce, terra, fiori, vento. Le mie poesie sono come un mare indomabile, un fiore profumato, un ruscello che scorre gentilmente, un'alba gioiosa e canterina. Le mie poesie esprimono l'energia delle mie emozioni. ... Le mie poesie sono piume in volo ...



SORRISO STELLARE

Nelle frenetiche ore /
della modernità, /
una coppia di fidanzatini /
ad effusioni d'amore /
si lascia andare /
mentre viaggia sull'autobus. /
Pian pianino percorre /
qualche centimetro di strada /
una lumaca perseverante, /
mentre una stella /
le porge un sorriso /
che è un inno d'amore. /


I LIBRI DELLA VITA

Zainetto alle spalle, /
escono da scuola ogni dì /
fiumi di scolari. /
Tornano a casa più istruiti /
dei giorni precedenti. /
Tuttavia le lezioni continuano /
anche in famiglia. /
I genitori essi pure /
sono professori. /
La vita intera impartisce /
immortali insegnamenti. /
Tutto è scuola, /
siamo tutti allievi /
fino all'ultimo respiro. /


TU SEI GRANDE

Tu sei, ci sei, dai con Amore. /
A passi spediti, di magnifici colori /
cospargi i campi della nostra vita. /
Tu vuoi coprire con manti di gioia /
la brutale sofferenza dell'oggi. /
Tu ami giacché la linfa scorre /
da un capo all'altro del tuo Cuore. /
Tu ascolti, noti e rispondi con bontà. /
Tu sei bello nella semplice luce /
d'un saluto o d'un sorriso. /
Tu sei grano che diventa pane. /
Insomma, o Dio, sul serio /
noi abbiamo tanto bisogno di Te. /

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Daniele Barbarotto

giovedì 11 dicembre 2008

"Gomorra" adesso punta all'America. Grazie, Roberto Saviano!




Il film di Matteo Garrone a Copenhagen ha conquistato l'oscar europeo del cinema: "Gomorra" è stato incoronato miglior film d'Europa. Da dieci anni l'Italia non vinceva il primo premio agli oscar europei. Esattamente dal '98, quando trionfò "La vita è bella" di Benigni. "Gomorra" è ora il candidato italiano per la cerimonia di Los Angeles del 22 febbraio 2009. E' giusto e doveroso ricordare anche in questa sede che "Gomorra" è stato tratto dal libro scritto da Roberto Saviano; quindi all'origine di questo strepitoso successo ci sono la mente e la penna di un giovane coraggioso. Il film è d'eccellente fattura ed è dedicato, dice Garrone, "alle persone che a Napoli stanno come in guerra, cercando di sopravvivere come in una giungla ... La cosa che più colpisce quando sei in quei luoghi è che tante persone che vivono lì sono quasi inconsapevoli, non hanno reale coscienza della loro condizione. Sono in una zona grigia dove si confonde legale e illegale e fin quando non si lavorerà abbastanza su istruzione e disoccupazione ad esempio, la camorra continuerà a vivere all'interno di quella realtà ... Questo film, come il libro, non può cambiare le cose nei territori in mano alla camorra perchè le cose si cambiano attraverso il lavoro dei politici. Noi abbiamo dato strumenti al pubblico per capire certe dinamiche. Il successo del film e del libro ci dimostra che il messaggio è arrivato". Io vivo a Napoli da 30 anni e so bene cosa succede da queste parti. Posso testimoniare che effettivamente qualcosa si sta muovendo nella giusta direzione e che la maggioranza della gente desidera vivere in pace, nella giustizia e nella legalità. Amen!
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Daniele Barbarotto

mercoledì 10 dicembre 2008

Totò, l'Arlecchino del Novecento

Totò è Totò come Sanremo è Sanremo; pertanto non ha bisogno di particolari presentazioni. Totò è stato il principe della risata. Strano, ma vero: comico tanto scatenato sul palcoscenico, era timido e riservato nella vita. Nella sua comicità c'è la miseria, la fame, il dolore, il tradimento, la guerra, la tragedia, la disperazione. Insomma, Napoli con tutti i suoi guai, problemi e contraddizioni. La costante scenica è che Totò è la vittima che riesce a ribaltare la situazione: da vittima diventa re. Perché parlo di Totò e della sua comicità? Perché possono aiutarci a vivere con una certa dose di leggerezza. Se teniamo in considerazione il lato comico della vita ne ricaveremo sicuri e certi vantaggi: sdrammatizzare, non prendersi troppo sul serio, imparare a ridere, riuscire a fare delle battute divertenti, sono cose che possono tornare utili in più di un'occasione. Per i cortesi Lettori di questo Blog mi piace riportare alcune frasi celebri dell'Artista, tratte da numerosi film. Le trovo molto ispiranti e divertenti. Assaporiamole!
"I parenti sono come le scarpe: più sono stretti più ti fanno male".
"A me i gatti neri mi guardano in cagnesco".
"Toglimi una curiosità, tuo zio è sempre morto?".
"Tutti i giorni lavoro, onestamente, per fregare la legge".
"La sua vita si svolge tra casa e chiesa…E va be', ma nel tragitto cosa succede?".
"Non posso morire! C'ho un appuntamento".
"Io sono turco, turco dalla testa ai piedi, ho persino gli occhi turchini".
"Signori si nasce, io lo nacqui".
"Io non rubo, integro. D'altra parte in Italia chi è che non integra?".
"Devo andare ad un funerale di un morto".
"Sprizzo salute da tutti i pori, sono uno sprizzatoio".
"Cavaliere, nessuno vuole farla fesso… non c'è bisogno".
"Gli avvocati difendono i ladri. Sai com'è…tra colleghi".
"Coraggio ce l'ho. E' la paura che mi frega".
"Sono un uomo della foresta, un forestiero".
"Un pò di rispetto, è un cadavere morto!".
"Donne, non scappate davanti a me; chè, mi avete preso per uno spaventapassere?".
"Vuole vedere il mio curriculum? Ma... qui davanti a tutti? Non posso: ci sono delle signore!".
"Non posso lavare l'offesa con il sangue perché sono anemico. Pazienza".
"Non ha la febbre? Stia tranquillo, le verrà".
"Il pazzo va assecondato, io sono propenso all'assecondamento: mi alleno con mia moglie".
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Daniele Barbarotto

martedì 9 dicembre 2008

Cose dell'altro mondo: mamma a 70 anni grazie alla fecondazione in vitro


Non ho niente contro l'inseminazione artificiale, ma qui mi sembra che abbiano proprio esagerato. Altro che divario generazionale! Tra un anno o due, come farà 'sta bimba a chiamare "mamma!" una donna che potrebbe benissimo essere la sua bisnonna!! Una scienza senza coscienza ci sta portando a risultati veramente sconcertanti. Voglio sperare che l'esempio di questa donna indiana non venga imitato da altre donne vecchie nel mondo. Forse sto scrivendo cavolate, forse no. Questa, in ogni caso, è la mia schietta opinione: diventare mamme a 40 anni è opinabile, a 50 anni è ridicolo, a 60 è insensato, a 70 è pura follia, lasciatemelo dire senza tanti giri di parole. Dunque, questa donna è la neo mamma più anziana sulla faccia della terra: dopo un trattamento d'inseminazione artificiale, il 28 novembre scorso, all'età di 70 anni Rajo Devi ha dato alla luce una bella bimba. "Desideravamo un bambino da molto tempo e siamo felici di averla al crepuscolo della vita", hanno detto i neo genitori. «Non avremo alcun problema - spiegano tranquilli - abbiamo una famiglia numerosa e ci sono tante persone disposte a darci una mano». E questa è una gran bella cosa, ma le mie perplessità restano intatte. La donna dice: "Noi non avremo problemi ... ". La piccina, invece, i problemi li avrà e pure molto presto. Vedrà le sue coetanee con mamme belle e giovani e il confronto la metterà in terribile imbarazzo, inutile negarlo. I neo genitori hanno dichiarato che la loro grande famiglia si prenderà cura della bambina, soprattutto dopo la loro morte. La signora Rajo Devi è diventata mamma per la gioia del marito Bala Ram, 72 anni, che nei due precedenti matrimoni non era riuscito a diventare padre. Ma c'è un piccolo giallo: non è chiaro di chi siano l'ovulo e gli spermatozoi adoperati. Ci hanno provato per decenni, senza esito, in una società come quella indiana che considera disdicevole non avere figli. Infine Rajo e Bala si sono rivolti all'Hisar Fertility Centre, nello stato dell' Haryana. Lì la donna è rimasta incinta, con un notevole rischio sia per lei che per la neonata. E' stato praticato il parto cesareo, ma tutto è filato liscio: fortunatamente mamma e bimba stanno bene. Ai due simpatici e attempati coniugi, sposati da mezzo secolo, vanno COMUNQUE i miei auguri!
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Daniele Barbarotto


lunedì 8 dicembre 2008

I miei complimenti a Sarkozy


Il Dalai Lama e il presidente di turno dell'Ue, Nicolas Sarkozy, si sono incontrati in Polonia, in occasione delle celebrazioni per il 25° anniversario del conferimento del premio Nobel per la Pace a Lech Walesa. Com'era nelle previsioni, i governanti cinesi non l'hanno presa bene, ritenendo il gesto un'offesa nei loro riguardi. " Un approccio opportunistico, avventato e miope alla questione tibetana ... una mossa imprudente che non solo ferisce i sentimenti del popolo cinese, ma che mina le relazioni franco-cinesi" ha reagito con stizza l'agenzia di stampa ufficiale 'Nuova Cina'. Dunque, Sarkozy ha incontrato il leader spirituale dei tibetani in forma privata per 30 minuti. Poco prima dell'incontro era stato categorico sull'atteggiamento ostile dei cinesi. "Come presidente della Francia e come presidente di turno dell'Ue sono libero di incontrare chi voglio, non mi faccio fare l'agenda dai cinesi ...", aveva detto ai media. Lo storico incontro tra i due leader è un segnale forte e chiaro alla Cina. La Cina deve finirla con la sua ottusa e antidemocratica arroganza. E i leader occidentali devono smetterla di abbassare la testa (stavo per usare un'altra espressione, ma mia nonna arrossirebbe). Molto spesso gli statisti occidentali pilatescamente si lavano le mani, privilegiando i rapporti commerciali col colosso cinese. Mi congratulo con Sarkozy! E aggiungo che di Sarkozy ce ne vorrebbero mille! Speriamo che il suo coraggioso esempio venga imitato da tutti i governi democratici, perché qui sono in ballo i valori-guida del pianeta. Quindi non dobbiamo e non possiamo consentire ai cinesi di condizionare il nostro comportamento libero e democratico. Anzi, sarebbe pure ora che l'America e l'Europa facessero chiaramente capire a Pechino che deve sbrigarsi ad introdurre la libertà e il rispetto dei diritti umani nel Paese. Attualmente la Cina non è uno stato democratico: non c'è libertà di stampa e di parola. E i diritti umani vengono sistematicamente calpestati. Questo è davvero inaccettabile! Il Dalai Lama, prima di partecipare all'incontro con Sarkozy aveva rivolto un appello al dialogo. "La guerra ha fallito nel risolvere i nostri problemi nel secolo scorso", aveva spiegato, "questo secolo deve essere il secolo del dialogo che deve risolvere ogni problema". Formulo l'augurio che i dirigenti cinesi avviino quanto prima un dialogo autentico, duraturo e fruttuoso col Dalai Lama, uomo ragionevole, nobile, santo e più prezioso di un milione di diamanti!
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Daniele Barbarotto

domenica 7 dicembre 2008

Via San Gregorio Armeno, la via dei presepi (Napoli)

San Gregorio Armeno è la celebre, antica e storica strada degli artigiani del presepe, nota in tutto il mondo per le tante e bellissime botteghe dedicate all’arte presepiale. La via e le botteghe possono essere visitate durante tutto l’anno ed il visitatore è in tal modo trasportato ogni volta nella magica atmosfera natalizia. Via San Gregorio Armeno congiunge perpendicolarmente due decumani, il Maggiore e quello Inferiore: venendo da via Duomo, vi si arriva attraverso il Decumano Maggiore (via dei Tribunali) o il Decumano Inferiore (via San Biagio dei Librai). Problematico descrivere a parole la moltitudine di botteghe, negozietti e pittoresche bancarelle che popolano via San Gregorio Armeno: si è subito sopraffatti dalla quantità e dalla varietà dell’offerta. Qui si può trovare di tutto per il presepe: dalle casette di sughero o di cartone in varie dimensioni, agli oggetti “meccanici” azionati dall’energia elettrica come mulini a vento o cascate, dai pastori di terracotta dipinti a mano a quelli alti 30 cm con abiti in tessuto cuciti su misura. Ci sono pure i pastori venditori di frutta, di pesce, il macellaio e l’acquaiola; ma pure il pizzaiolo “robotizzato” che inforna la pizza, i Re Magi e naturalmente la Sacra Famiglia, con il corredo di bue ed asinello, in tutte le dimensioni, fatture e prezzi. Ma accanto a vere e proprie opere d’arte, frutto del lavoro di famiglie artigiane che si tramandano il mestiere da intere generazioni, si trovano aggetti a dir poco kitsch, che però rivelano la fantasia e l’ironia dei napoletani: la statuetta (anzi, la caricatura) del politico o del VIP del momento è oramai divenuta uno dei classici sulle bancaralle di via San Gregorio Armeno. Alcuni artigiani si sono specializzati nella realizzazione di questi pastori sui generis e non appena un personaggio sale alla ribalta della cronaca, ne creano il relativo pastore, molto spesso enfatizzandone qualche particolare legato all’evento che lo ha reso famoso. Gli innumerevoli presepi esposti catturano l’attenzione di grandi e piccini. Le botteghe offrono principalmente tutto il materiale necessario per costruirsi oppure per espandere il proprio presepe. Chi vuole, tuttavia, può acquistare un presepe già fatto, comprando poi separatamente i pastori con cui addobbarlo. In genere si parte dai 35-45 euro per modelli semplici, ma realizzati con molta cura, per i pastori da 5 cm fino a giungere alle migliaia di euro per le grandi realizzazioni basate sulle riproduzioni dei pastori classici del Settecento. Via San Gregorio Armeno può essere tranquillamente visitata in qualunque mese dell’anno: la maggior parte delle botteghe sono sempre aperte e hanno in mostra i loro manufatti, anche se in numero ridotto. Ma negli altri periodi dell’anno è possibile osservare i pastori ed ammirare gli artigiani al lavoro con più calma rispetto al periodo natalizio, dove il grande afflusso dei turisti rende la strada molto affollata e piena di confusione.
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Daniele Barbarotto

sabato 6 dicembre 2008

Siamo circondati da meraviglie

Io sono convinto che non ci soffermiamo abbastanza ad osservare e spesso non percepiamo la bellezza intorno a noi. Per esempio, ecco un innocentissimo fiore! Osservatelo per qualche minuto e vedrete l' universo ruotare attorno ad esso: ogni giorno tanti fiori cadono dai rami e altrettanti nascono per dare spettacolo e allietare le nostre giornate. La notte si chiudono per poi aprirsi in tutto il loro splendore alle prime luci dell'alba. Le api volano da un fiore all'altro contendendosi dolci sostanze con le farfalle e i passerotti. Le formiche instancabilmente salgono lungo i rami alla ricerca di qualcosa da prelevare. Uno spettacolo assolutamente fantastico! Contemplate un fiore per cominciare e proseguire nel migliore dei modi la vostra giornata all'insegna dello stupore e della meraviglia!! A questo punto, desidero dedicare alle Lettrici e ai Lettori altre due mie poesie:

IO SONO ENERGIA

Nella ragnatela del tempo / mi trovo, ma rivolgo un sorriso / all'arcobaleno dei sogni. / Le memorie antiche non siano / idoli d'inaudita insolenza. / Tante persone sono bestie / d'una eleganza favolosa. / Bestie infelici, vivono / in un lusso disgustoso. / Vanno per aspri sentieri / ma non hanno la chiave dell'amore. / Hanno pensieri effimeri, / non sanno abbracciare l'alba, / camminano sull'orlo vorace del nulla. /


UN BICCHIERE DI SPERANZA

Nell'amaro pantano / scivolo a piedi nudi. / Sagome mentali schizzano / a me d'intorno. / Vedo, anzi prevedo, / un prossimo banchettare,/ anche se stridenti appetiti duellano / tra malattia e salute. / Un satanasso munito di zoccoli, / corna, coda e tridente, / m'indica la zona infernale. / Forse finirò in pasto a belve tremende, / oppure mi sveglierò / tra suoni celestiali, / angeli e brava gente. /
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Daniele Barbarotto

venerdì 5 dicembre 2008

Ennesimo tentativo di suicidio

4 dicembre 2008, Ventimiglia (IM): aspirante suicida viene soccorsa. Si è concluso fortunatamente senza nessuna tragica conseguenza un tentativo di suicidio. La conclusione intorno alle 17 quando la donna è stata trovata dalla madre che ha subito allertato i soccorsi. Protagonista dell'accaduto L.G, una 44enne con un passato ostico alle spalle inclusi altri tentativi di farla finita. Dopo che aveva manifestato l'intenzione di compiere il disperato gesto era diventata irrintracciabile sia presso la propria abitazione che sul cellulare. Alla fine è stata ritrovata oltre la balaustra dell’attico solare del palazzo dove vive la madre. Da una prima ricostruzione della Polizia occupatasi dell’accaduto, la donna era lì dalle 13 quando aveva fatto la prima telefonata, lì si era messa a bere diverse bottiglie di alcolici fino a perdere i sensi. Sul posto sono intervenuti anche i Vigili del Fuoco con l’autoscala, da Sanremo, perché allertati da alcuni passanti che si erano accorti della presenza di qualcuno sul cornicione. Oltre ai pompieri, subito allertati anche il 118 ed i volontari della Croce Verde Intemelia. La donna riversa sul cornicione al freddo da alcune ore, è stata trovata dai medici accorsi sul posto in avanzato stato di ipotermia. E' stata subito avvolta nelle coperte termiche ed una volta in ambulanza è stata sottoposta ad una flebo per ripulirle il sangue. Infine è stata trasportata all'ospedale dall'ambulanza, con medico a bordo per controllare i parametri, che risultavano stabili e perciò tali da considerare la donna fuori pericolo di vita. Vorrei fare una breve considerazione. Il tentativo di suicidarsi è di solito il risultato di motivazioni multiple e complesse. I principali fattori causali sono rappresentati da disturbi mentali (depressione anzitutto), fattori sociali (delusioni e perdite), anomalie di personalità (impulsività e aggressività) e disturbi fisici. Spesso l'elemento scatenante è costituito da un unico fattore (in genere la cessazione di una relazione importante). La depressione è implicata in oltre la metà di tutti i tentati suicidi. Può essere scatenata da fattori come disaccordi coniugali, storie sentimentali infelici o finite bruscamente, conflitti con i genitori (per i giovani), lutti recenti (soprattutto tra gli anziani). L'alcol predispone ai gesti suicidi, sia aggravando una depressione che riducendo l'autocontrollo. Circa il 30% dei soggetti che tentano il suicidio ha assunto alcol prima del tentativo e circa la metà di questi si trova in stato di intossicazione al momento in cui lo compie. L'incapacità di creare relazioni mature e durature può portare alla riduzione delle opportunità sociali, a solitudine e a depressione, che spiegano il consistente numero di tentativi di suicidio tra le persone separate o divorziate. In queste persone, i fattori scatenanti sono gli stress causati inevitabilmente dalla rottura delle relazioni e dalla difficoltà a stabilire amicizie e stili di vita nuovi. L’aumento del numero delle persone che tentano di togliersi la vita è un fenomeno che tocca tutto il Paese. Come evitare che chi cova idee suicide giunga a compiere un gesto estremo? Contro la disperazione occorre costruire una cultura della speranza per dare significato alla vita. Se negli ultimi anni i suicidi vanno aumentando è proprio perché va scemando la speranza. E' indispensabile una cultura della progettualità. Per aiutare chi ha idee suicide bisogna comunicargli un’alternativa al suo progetto mortale. È stato infatti dimostrato che se chi ha tentato il suicidio viene aiutato a ricostruire la propria vita, non tenta più di suicidarsi proprio perché ha acquisito altri punti di vista della realtà. Ecco perché è importante coltivare la solidarietà familiare, amicale e affettiva. Tutte le forme di aggregazione sociale, famiglia e relazioni affettive comprese, sono un potente freno ai pensieri di suicidio.
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Daniele Barbarotto

giovedì 4 dicembre 2008

La poesia è magia ...








In un mondo moderno, tecnicizzato, consumistico, in cui le attività pratiche paiono soffocare i valori spirituali, io voglio dire in versi cose sull'amore, la felicità, la saggezza. La poesia è interiorità, intuizione. Ma è anche molto di più. Shakespeare disse che la poesia è una sorta di magia. Tutti abbiamo bisogno di poesia, non possiamo farne a meno. La poesia porta luce nella nostra vita. Il grande poeta Whitman scriveva: "Io sono colui che reca soccorso / agli ammalati, che rantolano stesi sul dorso; / agli uomini robusti e in piedi, / reco un soccorso anche più necessario". Eccovi due mie composizioni.
FIORI VIVENTI
Nei raggi di silenzio / odo il parlare dei fiori / e nei loro colori profumati / capto indescrivibili emozioni. / Miracoli di beltà sono i fiori, / miracoli di virtù e di fascino. / Il mio cuore gioisce / nel contemplarli. /
PENSANDO AL DOMANI
Il buon umore / è un barlume di futuro. / Sconfiggere la tetraggine / non è cosa di poco conto: / ci vuole titanica volontà / e disciplinato sforzo. / Mirate le vostre mani / e ditevi che lì c'è / il vostro miglior avvenire. / Guardatevi allo specchio / e parlatevi con ottimismo. /
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Daniele Barbarotto

mercoledì 3 dicembre 2008

L'uomo più felice della terra

Dopo lunghe e laboriose ricerche è stato scovato l' uomo più felice del mondo: è Matthieu Ricard, biologo francese che si è fatto monaco buddista e vive da oltre 30 anni in Nepal. La sua attività neuronale fa registrare, dagli strumenti utilizzati per il test sulla felicità, gli indici più alti. E questo grazie alle pratiche buddhiste della calma, dell' autocontrollo e dello yoga. Matthieu Ricard nasce in Francia nel 1946 da una ricca famiglia frequentante da sempre l' elite e i circoli intellettuali più in vista della Francia. Nel 1972 Ricard decide di abbandonare la carriera accademica per studiare il buddhismo tibetano. Si trasferisce nel Tibet e da 30 anni è un monaco buddista, al monastero di Shechen, nel Nepal. Ha scritto diversi libri quali " The Mistey of animal Migration", "Il monaco e il filosofo", "La cittadella delle nevi", "Tibet", .... devolvendo i diritti d' autore per sostenere i suoi progetti umanitari nel Tibet, quali la costruzione di ben 16 cliniche, una decina di scuole, orfanotrofi, ponti, case di riposo, ecc. Grazie alla meditazione, egli ha raggiunto il pieno autocontrollo, la pace perfetta e la completa felicità. Quindi a portare la felicità sarebbe l' assoluto controllo della mente sulle emozioni. Matthieu Ricard (amico e consigliere del Dalai Lama), a prescindere dalla palma assegnatagli come uomo più felice del mondo, si sente realmente felice; e questo non solo quando medita e quindi non solo mentalmente, ma anche quando si prodiga, e quindi agisce, per aiutare chi ne ha bisogno. Probabilmente questo è ciò che accomuna le persone felici del mondo: aiutare la gente che si trova in difficoltà (poveri, sofferenti, malati e via discorrendo).
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Daniele Barbarotto

lunedì 1 dicembre 2008

Macchina della verità nei tribunali?







I coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi sono stati condannati all'ergastolo. Trattasi dei due imputati della strage di Erba dell’11 dicembre 2006 quando furono massacrati Raffaella Castagna, il figlio Youssef, la madre della donna, Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. Olindo e Rosa si proclamano innocenti. Fin qui nulla di strano. A me sembrano colpevoli. Ma mi chiedo: perché a loro due e ai loro avvocati non è venuto in mente di ricorrere alla macchina della verità? L'ho vista in azione su Canale 5 e Raidue, restando favorevolmente impressionato. Questa benedetta macchina della verità potrebbe essere di grande aiuto (anche senza considerarla alla stregua di un oracolo!). Come in Parlamento si ascolta il parere della commissione, così in tribunale si potrebbe ascoltare il "parere" della macchina della verità. Gli avvocati e i pubblici ministeri non finirebbero a spasso. Si tratterebbe unicamente di una lieve aggiunta, un po' come collocare una piuma sopra un bicchiere pieno d'acqua. La macchina in questione è un apparecchio che registra le risposte fisiologiche di una persona nel momento in cui è sottoposta a interrogatorio. Essa può fornire una base per valutare la veridicità delle affermazioni di una persona. Questo test potrebbe scagionare persone innocenti accusate ingiustamente di aver commesso un crimine. Se, per ipotesi, io finissi sotto processo e fossi innocente, farei di tutto per dimostrarlo. Anzitutto chiederei di essere sottoposto al test della macchina della verità, anche se il suo responso non fosse acquisibile. Ne trarrei comunque grande giovamento a livello psicologico. Non sto parlando necessariamente del poligrafo con cavi, fasce, ecc. Esiste anche la macchina della verità portatile. Ha l'aspetto di un lettore di file mp3. Sta nel palmo di una mano e in pochi secondi - attraverso complessi calcoli matematici - analizza le variazioni del tono della voce ed emette il verdetto: se nel display appare una bella mela intera, l'interlocutore e' sincero; altrimenti appare l'eloquente disegno di un verme. Nella macchina della verità portatile il funzionamento è leggermente diverso da quella normale, perché utilizza solo due test: il PSE e il VSA. Detti così hanno poco senso, quindi spieghiamo: PSE indica Psychological Stress Evaluator, quindi serve a valutare le condizioni di stress psicologico di chi si ha di fronte; VSA indica invece Voice Stress Analyzer, quindi serve per analizzare quanto una voce sia (o meno) stressata. La macchina della verità funziona piuttosto bene; per questo motivo è adottata dall'FBI per valutare i propri agenti ma anche per condurre alcune delicate indagini. E le attuali normative americane prevedono che siano sottoposti ad essa tutti i ricercatori e i dirigenti dei laboratori nazionali. Non sarebbe il caso di introdurla negli interrogatori di polizia e nei tribunali dietro richiesta di quegli imputati che vogliono provare la loro innocenza, tanto per comunciare? Pur con tutte le dovute cautele, non converrebbe cominciare a servirsene? Voi, lettori, che ne dite?
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Daniele Barbarotto