mercoledì 30 settembre 2009

L'uomo e la donna



Ecco un capolavoro che vi comunicherà altra gioia!
Victor Ugo scrisse una poesia sul binomio uomo/donna.
Sono certo che l'apprezzerete e l'ammirerete. E' bellissima!

L’UOMO E LA DONNA

L’uomo è la più elevata delle creature.
La donna è il più sublime degli ideali.
Dio fece per l’uomo un trono, per la donna un altare.
Il trono esalta, l’altare santifica.
L’uomo è il cervello. La donna il cuore.
Il cervello fabbrica luce, il cuore produce amore.
La luce feconda, l’amore resuscita.
L’uomo è forte per la ragione.
La donna è invincibile per le lacrime.
La ragione convince, le lacrime commuovono.
L’uomo è capace di tutti gli eroismi.
La donna di tutti i martìri.
L’eroismo nobilita, il martirio sublima.
L’uomo ha la supremazia.
La donna la preferenza.
La supremazia significa forza;
la preferenza rappresenta il diritto.
L’uomo è un genio. La donna un angelo.
Il genio è incommensurabile;
l’angelo indefinibile.
L’aspirazione dell’uomo è la gloria suprema.
L’aspirazione della donna è la virtù estrema.
La gloria rende tutto grande; la virtù rende tutto divino.
L’uomo è un codice. La donna un vangelo.
Il codice corregge, il vangelo perfeziona.
L’uomo pensa. La donna sogna.
Pensare è avere il cranio di una larva;
sognare è avere sulla fronte un’aureola.
L’uomo è un oceano. La donna un lago.
L’oceano ha la perla che adorna;
il lago la poesia che abbaglia.
L’uomo è l’aquila che vola.
La donna è l’usignolo che canta.
Volare è dominare lo spazio;
cantare è conquistare l’Anima.
L’uomo è un tempio. La donna il sacrario.
Dinanzi al tempio ci scopriamo;
davanti al sacrario ci inginocchiamo. Infine:
l’uomo si trova dove termina la terra,
la donna dove comincia il cielo.

Victor Hugo


Questa poesia è

un dolce canto all'amore vero.

Daniele Barbarotto


martedì 29 settembre 2009

Tutto scorre



Sono assetato di Luce. Voglio pace e armonia. / La sabbia dorata saltella con magica euforia. / Le mie scroscianti risate dissolvono i fardelli. / Il tempo fluisce musicalmente / e nella mia vita il sole fa brillare la gioia. / L'eterna saggezza scorre come un fiume. / Un gattino ride sotto i baffi, / sfogliando un libro di favole. / Intanto io volo al di sopra dei problemi. / E il cuore mio riposa calmo e beato / tra prati in fiore e gente felice.
Daniele Barbarotto

lunedì 28 settembre 2009

A Napoli, volontari raccolgono l'olio esausto


Desidero parlare di una lodevole iniziativa promossa da Ilenia Incoglia, una giovane e simpatica individua di 25 anni. Ieri, domenica 27 settembre, a Piazza Vanvitelli, in gran forma dialettica, ha illustrato a diverse persone che transitavano di lì, i danni che provoca l'olio di frittura che le famiglie gettano nel lavandino. Quest'olio uccide il mare. Infatti va a formare una sottile pellicola impermeabile che impedisce l'ossigenazione e compromette l'esistenza della flora e della fauna. Insomma, quest'olio causa inquinamenti a largo spettro. Ilenia non è solo disinvolta e intelligentissima, ma possiede pure un'enorme carica di simpatia e di calore umano. Il sole splendeva dolcemente mentre la Nostra illustrava i pregi dell'iniziativa. Trovo lodevolissimo lo sforzo che questa ragazza compie per sensibilizzare l'opinione pubblica. Anche io, ora sono convinto che buttare l'olio nel lavandino è un errore macroscopico. L'olio possiamo e dobbiamo riciclarlo! Possiamo recuperarlo e salvaguardare così l'ambiente. Ogni volta che friggiamo, dovremmo raccogliere l'olio, conservarlo in un contenitore e poi consegnarlo al CONOE (consorzio nazionale oli esausti) che provvederà a riciclarlo. L'importanza di questa nuova abitudine da assumere non sarà sottolineata mai abbastanza. Sono stato testimone oculare del fervore e dell'entusiasmo che Ilenia e i suoi amici mettono in ciò che fanno. Un collaboratore-pilastro è Daniele Lastretti. Quasi con un ritmo da togliere il fiato, lui versava l'olio che la gente consegnava. Sono stati raccolti oltre 150 litri, in poche ore! E' stato un autentico successo: il doppio della volta precedente. Ilenia e i suoi amici costituiscono una squadra affiatata e meritano un grande applauso, perché stanno facendo del loro meglio per rendersi utili alla collettività. Concludo ricordando che Ilenia Incoglia è fondatrice di un apposito Gruppo su Facebook, dove è possibile reperire tante altre utili informazioni e, perché no, iscriversi:


A Napoli amiamo il mare,la natura,la terra e RICICLIAMO PURE L'OLIO ESAUSTO



Daniele Barbarotto

domenica 27 settembre 2009

Salmo 1 messo in poesia


Il malvagio non ha consolazione: / la sua vita è tutta depressione. / Felice chi non segue l'empio andazzo / e che mai si comporta come un pazzo. / Egli non imita i trasgressori / né passa il tempo con i detrattori. / Beato chi osserva di Dio la Legge / e che con virtù la sua vita regge. / Sereno chi medita giorno e notte: / meglio supererà tutte le botte. / Sarà come un albero rigoglioso: / avrà un successo meraviglioso. / Il Signore la sua condotta approva / e l'aiuta nell'ora della prova.
Daniele Barbarotto

venerdì 18 settembre 2009

Perdonate con tutte le vostre forze!


Non riuscire a perdonare è come bere una sostanza velenosa tutti i santi giorni, e attendersi poi che siano gli altri a stare male. Nutrire dentro di sé amarezza, risentimento, rancore e rabbia serve solo a farci stare male. E'davvero impossibile vivere in modo positivo e produttivo con tanta negatività nell'interiore. Chi perdona, invece, ottiene innumerevoli vantaggi. Perdonate, perdonate sempre, perdonate con tutto il cuore. Se perdonate ci sarà sicuramente più spazio nel vostro cuore, nella vostra mente e nel vostro spirito per apprezzare quel meraviglioso capolavoro che è la vostra esistenza! Perdonare fa bene alla salute. A questo proposito, vi suggerisco di andare a leggere un bel post, a questo link: http://www.repubblica.it/2008/01/sezioni/scienza_e_tecnologia/perdono-scienza/perdono-scienza/perdono-scienza.html
Questa lettura risulterà molto benefica.
Daniele Barbarotto

mercoledì 16 settembre 2009

Il segreto della felicità secondo la Kabbalah




Chi siamo realmente? Qual'è la nostra vera natura? Semplice: siamo il desiderio di essere felici. Vale a dire, tutti vogliamo ricevere piacere, godere. E questo viene chiamato dalla Kabbalah «il desiderio di ricevere». "Il desiderio di ricevere piacere costituisce l’intera materia della Creazione, dal suo principio alla sua fine…Tutte le miriadi di creature e le loro varietà non sono altro che valori stimati e modificati del desiderio di ricevere." (Il Kabbalista Yehuda Ashalag, alias Baal ha-Sulam, “Prefazione alla saggezza della Kabbalah”). Il desiderio di ricevere è molto più complesso di quello che possiamo supporre. Non è solamente un desiderio costante che ci spinge a cercare la felicità; questo desiderio di ricevere è quello che ci motiva a fare tutte le cose. Inoltre, il desiderio di ricevere cerca soddisfazione in ogni momento, non ci dà mai tregua. Esso determina anche il nostro umore. Ma c'è un problema: una volta che il nostro desiderio di ricevere è colmato, il piacere che sentiamo, gradualmente sparisce. Oscar Wilde certamente sapeva questo perché scrisse, "In questo mondo ci sono solo due tragedie. Una è non riuscire ad aver quello che si vuole, e l’altra è riuscirci. La seconda è ben peggiore; la seconda è una vera tragedia". La Kabbalah spiega la meccanica di questo processo: all’inizio vogliamo una cosa e facciamo degli sforzi per ottenerla. Nel momento in cui otteniamo quello che abbiamo tanto desiderato proviamo piacere, gioia, delizia, o, per dirla nel linguaggio della Kabbalah, il primo incontro tra il desiderio e il suo appagamento è il culmine del piacere. Fin qui tutto a posto, però il processo non è terminato. Nel momento in cui otteniamo ciò che desideriamo, il desiderio diminuisce. In altre parole, pian piano cominciamo a non desiderare più ciò che abbiamo raggiunto e, come risultato, il nostro piacere inizia a offuscarsi fino a scomparire totalmente. Passiamo degli anni sognando una bella macchina sportiva e appena l’otteniamo siamo pieni d’eccitazione, per alcune ore o alcuni giorni. Però presto ci ritroviamo a goderne meno ogni giorno che passa finché non ci dà più nessun piacere. Il professore Richard Easterlin, un pioniere nella ricerca sulla felicità, chiama questo fenomeno “adattamento edonista”. Significa: «Abbiamo una macchina nuova, e ci abituiamo. Abbiamo dei vestiti nuovi, e ci abituiamo anche a questi… Ci abituiamo velocemente ai piaceri raggiunti». Questo però non può essere il finale, non è vero? Tutti quanti aneliamo ad un piacere duraturo. La Natura ci ha messi per caso in un circolo vizioso che ci mantiene infelici per sempre? No di certo. E la Kabbalah ci insegna che la Natura non è per niente crudele; infatti, il suo unico desiderio è quello di donarci la felicità che cerchiamo. Il proposito della Natura è quello di permetterci di arrivare a una vera, completa e durevole felicità. Siamo molto più vicini alla meta di quello che pensiamo. Tuttavia la felicità non ha niente a che vedere con quanti soldi facciamo o quanto riuscito sia il nostro matrimonio. E non ha niente a che vedere con qualsiasi altro piacere che cerchiamo di ricevere. La felicità permanente può essere percepita soltanto se si usa un principio differente di godimento. A questo punto, la Kabbalah ci aiuta a risolvere il problema della felicità alla sua radice. Abbiamo già visto perché non ricaviamo un piacere duraturo da una cosa: perché appena il piacere incontra il desiderio, il desiderio si neutralizza. E, siccome il desiderio è neutralizzato, non sentiamo più il piacere. Allora, il segreto della felicità, come spiega la Kabbalah, è quello di aggiungere un ingrediente a questo processo, l’ingrediente dell’“intenzione”. Questo significa che, pur continuando a volere come prima, imponiamo una giusta direzione al nostro desiderio: lo dirigiamo verso l’esterno, come se stessimo donando ad un'altra persona. In altre parole, questa intenzione fa diventare il nostro desiderio un passaggio per il piacere. Dunque, il piacere che sentiamo non finirà; continuerà attraverso il nostro desiderio, seguendo la nostra intenzione. Così il nostro desiderio potrà ricevere continuamente forza, senza mai estinguersi. Questa è la formula per il piacere senza fine, la felicità infinita. Quando un individuo applica questa formula, passa attraverso una transizione profonda e inizia a sentire piaceri differenti.. La Kabblah li chiama “spirituali”, e sono piaceri infiniti. In conclusione, cos’è la felicità? È quello che sentiamo quando appaghiamo il nostro “desiderio di ricevere”. Perché il desiderio presto si eclissa? Perché il piacere fa diminuire il nostro desiderio, e senza desiderio non possiamo provare piacere. Allora, qual'è la formula per il piacere senza fine? Aggiungere una “intenzione di dare” al nostro “desiderio di ricevere”. In tal modo, il piacere continuerà a fluire attraverso il nostro desiderio, ad oltranza. La vera felicità si fa sempre più vicina, mentre impariamo come sentirla e come aggiungere un’intenzione al nostro desiderio. Studiando la Kabbalah acquisiamo in modo naturale questa intenzione spirituale e cominciamo a ricevere come la Natura vuole che facciamo. È per questo che “Kabbalah” in ebraico vuol dire “ricezione”: è la saggezza che ci insegna a ricevere in modo positivo.
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Daniele Barbarotto

venerdì 11 settembre 2009

Amore a nostra disposizione



Quanto amore avete nella vostra vita? Se non ne avete abbastanza, dove lo state cercando? Anzitutto dovete sapere che l’Amore è Energia illimitata, liberamente disponibile per chiunque e per sempre. Se non avete amore a sufficienza nella vita, vuol dire che state guardando nel posto sbagliato. L’amore non viene a voi da fonti esterne e non è fondato soltanto su relazioni romantiche. Eppure considerate quanti sforzi molti individui compiono! Tanti stanno cercando l’amore disperatamente; vogliono trovare una persona che li amerà e li farà sentire completi. Tuttavia il vero amore è uno stato d’essere. Non proviene da una relazione con altri, ma dall’interno di voi stessi. Se non amate ogni area della vostra vita per come essa è attualmente, non sarete capaci di trovare l’amore che state cercando. Potete anche essere delle bravissime persone, ma non potete manifestare quanto non credete già di possedere. Quando sapete che l'amore è in voi e siete in sintonia con l'amore dentro di voi, voi sentite gioia e la vita vi appare meravigliosa. La vostra percezione dell'amore è uno stato di essere. E potete attrarre amore a voi senz'alcuna limitazione e in tutte le zone della vostra vita. Se, per esempio, non amate il vostro lavoro, non avete gioia quando lavorate. Forse avete un lavoro che non va bene per voi, oppure lavorate per un’impresa che non è adatta per voi o fate una carriera che non è valida per voi. Credete di meritare di ottenere un posto di lavoro che vi apporti gioia? Lo stesso è valido per ogni parte della vostra vita. L'amore è parte del flusso universale e, se dovete lavorare duro per ottenere amore e gioia, voi state guardando nei posti sbagliati e state rivolgendovi al posto di lavoro da una prospettiva sbagliata. Quando siete nello STATO DI AMORE, lasciate andare quello che non vi serve e attirate verso di voi a voi la gioia. Sapete che l’Universo vi fornirà qualcosa che è più appropriato per il vostro Bene più elevato. Potreste amare i vostri famigliari, ma avere una relazione difficile con loro. L’amore incondizionato vi consente di amarli, senza giudicarli, e di condurre nella vostra vita delle persone che vi rispetteranno, onoreranno e ameranno, fornendovi quel supporto emotivo che non ricevete dai membri della vostra famiglia. Create amore in tutte le aree della vostra vita! Cominciate col credere che l’amore è dentro di voi, attorno a voi, liberamente disponibile per voi e già vostro. Non potete trovare l’amore che cercate in qualcun altro o in un’altra situazione se sono limitate le vostre convinzioni in merito alla disponibilità dell’amore. L’amore incondizionato è l’Energia che tiene assieme l’Universo ed è sempre disponibile per voi. Se non avete abbastanza amore nella vostra vita, riflettete su quanto credete in merito all’amore e a quanto di esso pensate di meritare. Poi iniziate ad amare voi stessi, la vostra vita, ogni persona e ogni cosa. E’ solo quando siete in grado di amare una situazione che voi potete cambiarla, è solo quando siete capaci di accettare ogni cosa, senza giudizio, che potete stare nel potere dell’amore e attrarre a voi amore in tutte le aree dell'esistenza. Datevi da fare: esprimete il vostro amore per ogni cosa della vostra vita, perfino e specialmente per quelle cose che stanno causandovi dispiaceri o difficoltà. E osservate poi i miracoli che vi porterà il sapere che l’amore incondizionato è tutto attorno a voi! Forse vi sentite rifiutati dagli altri, non amati nel modo in cui l'amore viene normalmente concepito. Dovete sapere che l’amore è ben altra cosa. Dobbiamo smettere di commiserarci e di pensare negativo. Da ora in poi impegnamoci a pensare positivo e quando ci accorgiamo di ricadere nel pensiero negativo, facciamo un sorrisino e riprendiamo a produrre positività. Ringraziamo lo Spirito Universale di essere persone speciali amate da Lui anzitutto. Egli ci ama. Egli dimora dentro di noi. Facciamogli spazio. Come? Lodandolo, ringraziandolo e benedicendolo per come si dipana ora la nostra vita, con tutte le sue luci e ombre, carezze e ferite, gioie e dispiaceri, gratificazioni e delusioni. Apprezziamo anche le cose minime, apparentemente senza importanza! Esprimiamo sempre gratitudine ed evidenziamo gli aspetti gradevoli nel carattere delle persone! Possiamo rivoluzionare la nostra vita! Accettiamoci così come siamo e facciamo lo stesso nei confronti degli altri. Doniamo amore! Facciamo complimenti mirati: tutti avvertono il bisogno di essere accettati e valorizzati. Parliamo sempre delle cose buone che succedono nella nostra vita, mettiamole sotto i riflettori. Vedremo che sempre più ci accadranno cose positive. Le nostre rose avranno sempre meno spine e gusteremo una felicità via via maggiore e più duratura!!
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Daniele Barbarotto

mercoledì 9 settembre 2009

Allegria!



Dei quiz il re tu sei stato / e tutti c'hai rallegrato. / La vita in televisione / hai vissuto da leone. / Hai giocato da signore / con le nostre belle ore. / Tutti noi, grandi e piccini, / ti siam rimasti vicini. / Di te ci restan ricordi, / dalla fine ai primordi. / Or lassù voghi in canoa / e noi ti diciam: Aloha! /
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Daniele Barbarotto

lunedì 7 settembre 2009

Leggiadre farfalle




Quand'ero bambino / mi divertivo / a rincorrere le farfalle. / Saltellavo in mezzo ai prati, / mi sedevo sull'erba / con una mia amichetta. / Mi piaceva il gioco all'aperto. / Vedevo il mio gatto / rincorrere gli uccelli. / Osservavo un adulto / che coltivava i fiori. / Stavo felice in mezzo / alle bellezze della natura. /Ma le farfalle erano bellissime / e i loro colori mi lasciavano / a bocca spalancata. /
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Daniele Barbarotto

venerdì 4 settembre 2009

Pedalando ...



Ragazzi maleducati parlano a voce alta. / Gesticolando come orsi impazziti, / scagliano pietre contro un albero. / Le loro parolacce sibilano nell'aria. / Eppure tornerà il buon senso, / come il sole tornerà con l'aurora. / Ho deciso: voglio essere saggio. / Meglio anticipare che posticipare. / Il male deve indietreggiare / e il bene avanzare. / Sto facendo un giro in bicicletta, / cogitando sul significato della vita. / In questo pianeta, diverse persone /attualmente muoiono di fame / mentre altre crepano d'obesità. / Una soluzione tuttavia esiste: / da ciascuno secondo le sue possibilità, / a ciascuno secondo i suoi bisogni. / Anche le Piramidi d'Egitto / sono d'accordo con me. / Giunto ad una fontana, mi chino a bere. / Un vecchio mi saluta e tra poco / mi racconterà gli stessi episodi.
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Daniele Barbarotto

giovedì 3 settembre 2009

Povero ubriacone!



Brandisce con mano malferma/ una bottiglia di vino, saettando / intorno a sé sguardi torvi, tenebrosi. / L'alcolizzato, recita frasi sconnesse: / è un delirio dopo l'altro./ Stargli vicino è rischioso / quanto guadare un fiume / infestato da coccodrilli. / Ma l'etilista è un pover'uomo, / precipitato nel viscido abisso / di un'avvilente schiavitù. / E' disperato, senza valori e senza scopi; / la sua vita è un vicolo cieco, / la sua speranza è più piccola / di una capocchia di spillo. / Però quest'essere tanto abbrutito, / opportunamente aiutato, potrebbe / trionfare sulle forze della negatività / e riprendere in mano il volante, / tornando ad essere un vero uomo.
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Daniele Barbarotto

martedì 1 settembre 2009

Che caldo bestiale!


Fa ancora molto caldo. / I miei pensieri sono torridi, / ma l'estate, comunque, è una stagione / molto bella e colorata. / Il sole dardeggia implacabile, / ma io penso sempre positivo. / Soffro per l'alta temperatura, / ma gioisco per i frutti e le bibite. / Faccio al caldo le pernacchie, / me la rido e mi ripeto / che tutto scorre, anche il clima. /
Daniele Barbarotto