Prendere a sberle i bambini non significa educarli, ma maltrattarli. Gli atti di violenza contro i minori, ogni forma di correzione fisica verso i più piccoli — inclusi i ceffoni di mamma e papà — devono essere vietati in tutto il mondo! C'è chi mette le mani addosso ai piccoli pensando di averne pieno diritto, ma lo fa per crassa ignoranza, pura barbarie, per rabbia incontrollabile, frustrazione o per semplice stoltezza. Ripeto: bisogna proibire i ceffoni dei genitori. Considerare sberle e sculacciate alla stregua di sistemi educativi è una solenne idiozia. Sono metodi anacronistici, tirannici, dittatoriali, disgustosi e ripugnanti. Chi rivendica l’utilità dello scappellotto lo fa perché così è più comodo per lui e non deve attuare sistemi intelligenti di educazione e disciplina. I genitori violenti, tentando di giustificarsi, dicono che se picchiano i figli, è per il loro bene, per raddrizzarli e farli crescere ubbidienti. Quello che non è più lecito ormai nemmeno sui muli, sui cani o sulle scimmie, lo resta sui bambini. Una sentenza della Corte di Cassazione nel 1996 ha dichiarato illegittima ogni forma di punizione corporale, ma una legge precisa e chiara a questo proposito ancora non c’è. Che un ragazzo a scuola non vada educato a scapaccioni è accettato da tutti, mentre diverso è quel che è ammesso tra le mura domestiche. Che lo Stato possa proibire ai genitori di punire i figli viene considerata, da parte di persone ottuse e prepotenti, un’indebita intrusione. A volte ho l'impressione che il rispetto dei diritti umani si fermi di fronte alla porta di casa, e questo perché i bambini vengono considerati non persone, ma cose, cioè proprietà dei loro genitori. Strano, ma vero: il Bel Paese, a livello legislativo, è ancora indietro! Vergogna!! Roba da non credere!!!
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Daniele Barbarotto
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Daniele Barbarotto
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