mercoledì 31 marzo 2010

Abbracciate gli alberi!

Se vi capiterà di andare in Australia troverete dei cartelli con l'invito "Abbraccia un albero!". Per gli indiani d'America abbracciare gli alberi è un rito che compiono regolarmente e volentieri. Alcune tribù dei nativi americani addirittura, quando nasce un bimbo, per un giorno lo stendono sotto un albero, quasi per procurargli una sorta di benedizione. Io ogni tanto abbraccio un albero, gli trasmetto amore, gli parlo con affetto, lo accarezzo. E l'albero mi ricarica di fantastica energia. Provare per credere!



Una curiosità: sapete che Buddha ricevette l'illuminazione sotto un albero? Non è meraviglioso?

SOTTO LA QUERCIA

Tranquillamente seduto / nella posizione del loto / ai piedi di una quercia / splendente di rugiada / con totalmente intatti / i profumi del bosco / ascolto il puro silenzio. / Odo favole antiche, eterne. / Anzi, vedo la Vera Luce. / (Leo Santapolenta).

P. S. Auguro a chi mi sta leggendo una BUONA PASQUA!

Daniele Barbarotto

mercoledì 17 marzo 2010

Domani è un altro giorno!


Pensa positivo, malgrado le batoste che prendi! Continua a credere, a ripetere, come Rossella di Via col Vento, che "dopotutto domani è un altro giorno!". Vedere la vita con lenti rosa non rende ingenui, ma più forti. Non significa essere superficiali, ma saggi. Vedere il bicchiere sempre mezzo vuoto invece limita, inaridisce, annerisce e soprattutto non risolve i problemi; anzi ne crea anche quando potrebbero essere evitati. Pensare negativo è una pessima abitudine che ci allontana da un pacato, corretto ed equilibrato approccio con la quotidianità; è una prigione che limita il nostro spazio d'azione; è la fonte di tanti nostri mali. Il pensiero positivo, al contrario, ci apre gli occhi e ci fa sorridere al nuovo giorno, ci riscalda il cuore con nuove aspettative e alimenta il fuoco della speranza! Pensare positivo ci fa godere della bellezza intrinseca delle cose: niente è scontato e nulla è insignificante. Ogni cosa ha un senso e ogni sconfitta rappresenta l'alba della prossima vittoria!

Daniele Barbarotto

venerdì 5 marzo 2010

La forza della gratitudine

“La gratitudine è la più squisita forma di cortesia.” (François de la Rochefoucauld).

Desidero parlarvi di quella fantastica vibrazione chiamata gratitudine. La gratitudine è la magia del vero Amore. La gratitudine trasforma il nostro respiro in una speciale energia in grado di donarci pace e gioia. Chiaramente, nel vivere con successo, uno dei fattori basilari è la gratitudine che esprimiamo a tutte le persone che in un modo o nell’altro ci fanno qualche favore. Esternando la vostra gratitudine risolverete con maggior facilità i problemi e realizzerete le imprese più strepitose. Ascoltate ciò che dice il vostro cuore.

Il vostro cuore sa come esprimere tutta la vostra riconoscenza. Tenete sempre a mente che una fortissima riconoscenza per i doni ricevuti dallo Spirito Universale e dalla gente è la base del successo più clamoroso. Vivete con fiducia assoluta nell’onnipotenza dello Spirito e ringraziatelo in continuazione. Lo Spirito vi ama incondizionatamente e vi insegna ad amare con tutto il cuore. Nello Spirito trovate la gioia più estesa, la pace che appaga completamente, tutte le risposte, tutte le soluzioni, tutti i successi meravigliosi che desiderate. Con la consapevolezza della presenza dello Spirito in voi potete vivere alla massima espressione. Abbiate fiducia nello Spirito e diteGli “Grazie!” più spesso che potete: farete quotidianamente esperienze bellissime, gratificanti e potenzianti.

Daniele Barbarotto

martedì 2 marzo 2010

Quanto siete soddisfatti?


L'insoddisfazione è presente in noi quando non ci sentiamo appagati, quando avvertiamo un malessere più o meno marcato. L’insoddisfazione è il contrario della soddisfazione. La parola "soddisfazione” deriva dal latino satisfacere, che letteralmente significa fare abbastanza, produrre il necessario. Satisfactum è perciò colui che possiede il necessario. Ed è proprio su quest’ultima parola, che si basa il significato autentico dei termini soddisfazione e insoddisfazione. A seconda, infatti, di quello che ognuno di noi considera necessario per sé stesso e per la propria vita, è possibile essere appagati o no, felici o meno. E' facile quindi capire come tanta parte della nostra felicità dipenda dalla capacità di intuire il “vero necessario”. Soltanto il vero necessario porta la felicità. Ci sono individui agiati o ricchissimi che hanno più del necessario e sono degli insoddisfatti cronici, dei depressi alla costante ricerca di stimoli che infine si rivelano inutili. E ci sono altri che vivono di poco e sono felici di quello (ciò non toglie comunque che ci siano dei ricchi felici e dei poveri infelici). Esistono persone che hanno speso un sacco di energia per avere la vita che reputavano “necessaria per essere felici” e invece sono sempre frustrate e inappagate, e altre che, con naturalezza, stanno bene senza sforzo nella loro esistenza. Dovete sapere che la maggior parte dei bisogni che credete di avere sono in realtà indotti dall’esterno, dai genitori, dagli insegnanti, dalla cultura e dalla società. Pensiamo di aver bisogno di determinate cose ma non è così, e una volta raggiuntele scopriamo che non ci sentiamo appagati. Se riuscissimo a fare silenzio, a far tacere tutte le voci non nostre che ci urlano nel cervello, e ci ponessimo in una condizione di massima semplicità, ben presto emergerebbe il nostro “vero necessario”, che è fatto proprio per noi e che è più raggiungibile di quanto supponiamo. Anzi, parecchie volte è già qui. Bisogna solo accorgersene. Quindi, lasciate perdere i soliti appagamenti. Senza uscire dalla vita che state facendo, rendete più semplice la vostra vita quotidiana, inserendo spazi e momenti in cui non fare nulla che sia finalizzato ai soliti bisogni. Questa astensione di qualche giorno vi aiuterà a capire se essi fanno parte del vostro “vero necessario”, quello che può rendervi felici.

Daniele Barbarotto