martedì 2 marzo 2010

Quanto siete soddisfatti?


L'insoddisfazione è presente in noi quando non ci sentiamo appagati, quando avvertiamo un malessere più o meno marcato. L’insoddisfazione è il contrario della soddisfazione. La parola "soddisfazione” deriva dal latino satisfacere, che letteralmente significa fare abbastanza, produrre il necessario. Satisfactum è perciò colui che possiede il necessario. Ed è proprio su quest’ultima parola, che si basa il significato autentico dei termini soddisfazione e insoddisfazione. A seconda, infatti, di quello che ognuno di noi considera necessario per sé stesso e per la propria vita, è possibile essere appagati o no, felici o meno. E' facile quindi capire come tanta parte della nostra felicità dipenda dalla capacità di intuire il “vero necessario”. Soltanto il vero necessario porta la felicità. Ci sono individui agiati o ricchissimi che hanno più del necessario e sono degli insoddisfatti cronici, dei depressi alla costante ricerca di stimoli che infine si rivelano inutili. E ci sono altri che vivono di poco e sono felici di quello (ciò non toglie comunque che ci siano dei ricchi felici e dei poveri infelici). Esistono persone che hanno speso un sacco di energia per avere la vita che reputavano “necessaria per essere felici” e invece sono sempre frustrate e inappagate, e altre che, con naturalezza, stanno bene senza sforzo nella loro esistenza. Dovete sapere che la maggior parte dei bisogni che credete di avere sono in realtà indotti dall’esterno, dai genitori, dagli insegnanti, dalla cultura e dalla società. Pensiamo di aver bisogno di determinate cose ma non è così, e una volta raggiuntele scopriamo che non ci sentiamo appagati. Se riuscissimo a fare silenzio, a far tacere tutte le voci non nostre che ci urlano nel cervello, e ci ponessimo in una condizione di massima semplicità, ben presto emergerebbe il nostro “vero necessario”, che è fatto proprio per noi e che è più raggiungibile di quanto supponiamo. Anzi, parecchie volte è già qui. Bisogna solo accorgersene. Quindi, lasciate perdere i soliti appagamenti. Senza uscire dalla vita che state facendo, rendete più semplice la vostra vita quotidiana, inserendo spazi e momenti in cui non fare nulla che sia finalizzato ai soliti bisogni. Questa astensione di qualche giorno vi aiuterà a capire se essi fanno parte del vostro “vero necessario”, quello che può rendervi felici.

Daniele Barbarotto

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