domenica 15 febbraio 2009

Il sogno di Alì



Alì era un credente musulmano che praticava scrupolosamente i suoi doveri religiosi, faceva le elemosine e non trascurava le preghiere. Alì era orgoglioso del suo retto comportamento. Ma dall'alto della sua presunta santità, osservava il prossimo con disprezzo. Quelli che lo conoscevano bene erano tanto abituati a vederlo fiero e altezzoso, che un giorno furono assai sorpresi di vederlo giù di morale. Un amico gli chiese: "Perché sei così triste? Qualcuno dei tuoi male?".Alì rispose: "No, a casa mia stanno tutti bene e non ho particolari problemi; ho fatto però un sogno che mi ha turbato. Ora vado a trovare mio zio Suleiman, che è molto saggio, per domandargli delle spiegazioni. Mio zio mi ha dato spesso dei saggi consigli, quindi desidero interpellarlo in merito al sogno che mi ha lasciato sconvolto."Poco dopo Alì entrava in casa dello zio, esponendo le sue perplessità. "Ho sognato che ero morto. Il mio corpo era stato sepolto con la solennità abituale, ed ero in attesa di vedere comparire i due angeli della morte per essere portato in cielo. Ma successero cose diverse da quelle che mi attendevo. Non so bene dove mi trovavo, solamente notai davanti a me un'enorme bilancia la cui punta raggiungeva le nuvole, e compresi istantaneamente che le mie opere buone quanto le cattive sarebbero state poste sui piatti della bilancia per essere pesate. Degli angeli con vesti sfolgoranti stavano là pronti a portarmi in paradiso nel caso che le mie opere buone avessero fatto scendere il piatto destro della bilancia. Dal lato sinistro, Satana mi spiava pronto a fare di me la sua preda, ma io non lo temevo più di tanto, essendo sicuro che la mia destinazione non poteva essere che il paradiso. Ad un certo punto vidi i servitori di Satana portare e gettare sul piatto sinistro della bilancia dei grossi pacchi avvolti di tessuto nero; compresi subito che essi racchiudevano le mie cattive azioni. La loro quantità e il loro volume mi stupirono e mi spaventarono. Degli atti che io avevo classificato come peccatucci, delle azioni dimenticate da tanto tempo facevano scendere paurosamente il piatto della bilancia ed io cominciai a tremare. Satana mi fissava con aria sardonica e trionfante come se io fossi stato d'oro e già sua proprietà. Avevo sempre considerato le parole come cose senza particolare importanza, credendo che solo quelle pronunciate rabbiosamente fossero peccati. Queste parole cattive furono portate sotto forma di bocce nere da spiriti schernitori, che le gettavano, con smorfie orribili, nel piatto di sinistra. Dovevo aver pronunciato milioni di quelle parole, a giudicare dalla montagna che si era formata. Il piatto sinistro della bilancia scendeva sempre più in basso e sembrava dovesse fermarsi solamente all'inferno. Ma qualcosa di peggiore accadde. Satana ordinò: "E ora portate qua tutti i suoi cattivi pensieri". Mi sentii sprofondare sotto terra. Benché questi cattivi pensieri non apparissero che come una nuvola scura, il loro peso era enorme, perché il piatto sinistro della bilancia scese in un0 spaventoso abisso, da dove salivano delle fiamme rosse e un denso fumo. Io avrei perduto la testa se non fossi stato sostenuto dal pensiero che le mie cose positive, anch'esse, avrebbero pesato enormemente sul piatto destro della bilancia, dato che ritenevo di averne collezionato moltissime. Perciò mi rivolsi agli angeli vestiti di bianco e gridai: "Affrettatevi! affrettatevi! gettate sulla bilancia le mie buone azioni, le mie buone parole, le mie elemosine e i miei digiuni." Gli angeli obbedirono, portando con delle facce serie un certo numero di pacchetti avvolti di bianco. Appena li gettarono sulla bilancia, cosa vidi? Tutta la massa delle mie opere buone non pesava quasi niente! I miei digiuni, i miei pellegrinaggi, le mie opere buone, ecc., tutto era di scarsissimo valore. "Portate le mie preghiere!" urlai disperato. "Per mezzo secolo ho recitato preghiere 5 volte al giorno. Devono essere molto pesanti." Tuttavia pure in questo caso fui sfortunato. Gli angeli buoni che portavano le mie preghiere in pacchetti bianchi, li consegnarono agli angeli cattivi. Poi con mio grande terrore quei pacchetti furono scaraventati nel piatto sinistro. Ad un certo punto vidi gli spiriti cattivi avvicinarsi a me e stendere le mani per catturarmi; in questo terribile momento del sogno mi sono svegliato." Suleiman, lo zio, spiegò: "Fino ad oggi tu sei stato un credente pieno di orgoglio e vanità. Il tuo cuore è stato contaminato dall'egoismo e dalla negatività. Le tue parole buone e le tue preghiere sono state computate tra i peccati perché la tua non era vera devozione, ma religiosità ostentata, finta. Presso Dio hanno valore solo quelle cose che sono pensate, dette e fatte con spirito d'amore e umiltà."
Daniele Barbarotto


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