sabato 24 gennaio 2009

Galline: in un lager o all'aperto?






Le galline allevate con cibi Biologici producono uova con migliori sostanze nutrizionali. E sono uova migliori anche di gusto. Una curiosità: ci sono 400 milioni di galline in Europa, oltre 50 milioni solo in Italia. Ma, cosa triste assai davvero, il 90% delle galline ovaiole vive in anguste gabbie di batteria. L'allevamento in batteria è un sistema intensivo dove migliaia di galline sopravvivono recluse in uno spazio ridottissimo. E' un sistema che prevede ventilazione e luce forzata per aumentare la produzione. Una tortura per gli animali, privati dei loro bisogni elementari: muoversi, razzolare, covare, fare bagni di terra. I danni alla loro salute sono innumerevoli e consistenti (osteoporosi, frattura delle ossa, ecc.) Peggiori sono i danni psicologici. In queste condizioni le galline impazziscono, al punto da diventare cannibali. Per questo subiscono la mutilazione del becco, che viene praticata senza anestesia, cioè in un modo brutale che causa spesso lesioni atroci. L’allevamento in batteria andrebbe abolito. Le alternative esistono: c’è l’allevamento all’aperto e biologico. Le galline dispongono di un’area coperta e inoltre possono accedere all’esterno attraverso appositi varchi, potendo così respirare aria fresca, godere della luce del sole, razzolare e fare bagni di terra in un ambiente più consono alle loro esigenze. C’è l’allevamento a terra, dove gli animali sono chiusi in grandi capannoni attrezzati con abbeveratoi, mangiatoie, nidi per la deposizione delle uova e talvolta trespoli. Hanno a disposizione spazio sufficiente per muoversi. Dal 1° gennaio 2012 sarà vietato l’allevamento delle galline nelle gabbie di batteria. Per la salute e il rispetto del mondo animale, fate molta attenzione al codice riportato! NON SIATE COMPLICI di coloro che maltrattano gli animali ! Scegliete da subito di non consumare prodotti che contengano uova di galline allevate nei lager. Nei dolci preparati con uova Bio viene riportato sull'etichetta. Pensiamoci prima di acquistare ed evitiamo che anche questi poveri animali soffrano!! Vi invito a non acquistare più uova da allevamento in gabbia. Occhio al codice! Le uova devono essere etichettate obbligatoriamente sia sul guscio che sulla confezione di vendita anche secondo il METODO DI ALLEVAMENTO. Le norme in vigore prevedono quattro tipologie di uova identificate da un codice in cui il primo numero descrive il sistema di allevamento. Fate bene attenzione: sulle confezioni di uova di batteria la dicitura “uova da allevamento in gabbia” è generalmente riportata al di sotto della confezione e scritta in maniera poco leggibile. E ricordate: le diciture come “uova di fattoria” o “di campagna” sono diciture fuorvianti e false, spessissimo usate proprio per uova da galline in gabbia. Un codice alfa numerico identifica ogni uovo: il primo numero indica la tipologia di allevamento 0 = biologico (una gallina per 10 metri quadrati su terreno all'aperto, con vegetazione) 1 = all'aperto (una gallina per 2,5 metri quadrati su terreno all'aperto, con vegetazione) 2 = a terra (7 galline per 1 metro quadrato su terreno coperto di paglia o sabbia) I capannoni sono privi di finestre e la luce artificiale resta sempre accesa! 3 = in gabbia (25 galline per metro quadrato, in posatoi che offrono 15 cm per gallina) - Per farvi capire meglio: stanno dentro una scatola di scarpe per tutta la loro vita. Numerose ricerche hanno evidenziato un maggiore contenuto di acido folico e di vitamina B2 nelle uova provenienti da galline allevate all'aperto, rispetto a quelle ottenute in allevamenti intensivi. Pochi gesti responsabili sono sufficienti per aiutarci a porre fine allo sfruttamento doloroso di milioni di galline ogni anno. Diffondiamo il messaggio. Maggiore è il numero delle persone informate al riguardo, più forte sarà la possibilità di provocare un cambiamento nelle condizioni di allevamento per milioni di galline ogni anno. L'ideale sarebbe consumare meno uova possibili perché i maschi appena nati finiscono direttamente nella spazzatura (in quanto non producono uova) e le galline comunque dopo un paio di anni vengono barbaramente uccise a migliaia per volta e tante volte vengono spiumate ancora vive appese ai ganci. Il giorno dopo la nascita, il becco, ricco di terminazioni nervose e provvisto di numerosi recettori sensibili al dolore, viene tagliato con una lama rovente a ghigliottina: un’operazione che per ovvi motivi (trattasi di un lavoro a catena) viene eseguita da semplici operai e senza alcuna anestesia. Questa procedura, che comporta il taglio di tessuti teneri simili alla carne che gli umani hanno sotto le unghie, è così dolorosa che alcuni pulcini muoiono per lo shock patito. Inoltre spesso i terminali nervosi presenti nel becco restano scoperti, determinando così un dolore intenso per tutta la vita dell’uccello anche al semplice atto del beccare. Con il becco mutilato, la gallina non è più in grado di mangiare, bere e pulirsi normalmente. E non di rado il taglio del becco, eseguito velocemente e con poca attenzione, ferisce anche la lingua del pulcino. Questa operazione viene successivamente ripetuta a circa sette settimane di vita, poichè il becco mutilato a soggetti molto giovani tende a riformarsi. Mi fermo qui per motivi di spazio, ma ritengo di aver detto le cose essenziali.
.
Daniele Barbarotto

Nessun commento: