martedì 31 marzo 2009

La cosa migliore da fare




Amiche e amici, dopo aver letto un pensiero del maestro spirituale Omraam Mikhael Aivanhov ho pensato di riportarlo qui. Quasi certamente vi farà piacere leggerlo e gustarne la bellezza:
"Invece di aspettare non si sa quanto che gli altri vi facciano un favore, che vi diano segni di fiducia, di rispetto, di amicizia, di amore e, soprattutto, invece di rattristarvi se tutto ciò non arriva, cominciate voi a manifestare tutti questi buoni sentimenti. Qualunque cosa accadrà in seguito, sarete sempre voi a guadagnarci, poiché anche se, malgrado i vostri sforzi, gli uomini risponderanno con un «no» alle vostre aspettative, questi sforzi provocheranno qualche cosa nel mondo invisibile, e alcune entità luminose verranno ad aiutarvi. Allora, ogni volta che ne avete l'occasione, cercate di confortare, di incoraggiare e di illuminare gli esseri, e constaterete che una potenza superiore vi apporterà il suo sostegno. Se avete bisogno di amore e di luce, prima, cercate di donarli a chi ne ha ancora più bisogno di voi, e Dio vi amerà e vi illuminerà."
Voglio dire due parole sulla figura di questo singolare personaggio. Aïvanhov nasce il 31 gennaio 1900 in Bulgaria presso una famiglia indigente. Prova un'attrazione speciale per i libri spirituali di cui viene in possesso fin da bambino. Gesù costituisce una grande fonte di ispirazione per i suoi pensieri e i suoi sentimenti. Diventa un frequentatore assiduo delle biblioteche presso le quali scova i classici delle grandi religioni. Legge anche i libri di Steiner, della Blavatsky, di Spinoza e Paracelso. All'età di 13 anni scopre, tramite la lettura di alcuni libri, Buddha, i Maestri induisti e le tecniche yoga. Aïvanhov fin da ragazzino è animato da un eccezionale desiderio di perfezionamento, da una fortissima aspirazione ad aiutare l'umanità, e da un intenso bisogno di ottenere la piena conoscenza della Verità e ciò lo porta a dedicare molto tempo alle letture e agli esercizi spirituali. E' attratto fortemente dalla ricerca concreta del mondo spirituale e delle facoltà nascoste dell'uomo. Muore nel 1986. Nel 1937 si recò in Francia dove nel corso degli anni trasmise l'essenza del suo Insegnamento. Nel leggere le sue opere, la caratteristica che colpisce maggiormente è la molteplicità dei punti di vista dai quali presenta il tema dominante: l'uomo e il suo perfezionamento. Radicato nel solco della più autentica ed elevata Tradizione, l'autore propone con un linguaggio chiaro ed incisivo nuovi metodi per risolvere i problemi dell'esistenza. Qualunque sia il soggetto trattato, viene svolto in funzione dell'uso che l'uomo può farne per una migliore comprensione di sé e per una migliore condotta della sua vita. L'insegnamento di Aïvanhov è orale ed è composto da migliaia di conferenze tenute dal 1937 al 1985 stenografate o registrate su audio o videocassette. Sono stati pubblicati più di 77 volumi tradotti in 32 lingue.
Daniele Barbarotto

lunedì 30 marzo 2009

Vi andrebbe di vivere solo di ... aria?


Jasmuheen è nota a livello mondiale perchè si alimenta ... senza mangiare; infatti lei ricorre all'alimentazione ... pranica. E' dal 1993 che si ciba solo di aria e luce. Da parecchi anni pratica la meditazione e si occupa di ricerca metafisica. Illuminata da una "guida interiore", dunque si nutre esclusivamente di prana, ottenendo da ciò uno straordinario potere rigenerativo che le consente di vivere tranquillamente senza fare ricorso a generi alimentari. È ambasciatrice del "Movement of a Positive Awakened Society' (Movimento per una Società Positiva Risvegliata) che opera intensamente per la "trasformazione personale e planetaria". La cosa particolarmente curiosa è che non stiamo parlando di un asceta che vive in ritiro in cima ad una montagna, ma di un'affascinante e spigliata donna, regolarmente in giro per il mondo a raccontare le sue favolose esperienze. Questa bellissima australiana dichiara di trarre alimento direttamente dal prana (o energia fotonica), mediante un processo simile alla fotosintesi; ma l’essenza del messaggio di cui è divulgatrice, non è tanto il superamento della necessità di cibarsi, quanto la liberazione dagli schemi mentali che ostacolano le nostre potenzialità, rendendo difficile l’incontro di ognuno con la divinità interiore.
Daniele Barbarotto

domenica 29 marzo 2009

L'arte di stare sani


La salute è prima cosa:/ val sempre più d'una rosa. / Malattia è cosa ria, / meglio perderla per via. / Sai che una mela al giorno / toglie il medico di torno? / Se vuoi viver senza pene, / riposati e mangia bene. / Prevenzion meglio di cura, / e la vita è meno dura! /
DANIELE BARBAROTTO

sabato 28 marzo 2009

Momenti



Attimi corrono nei minuti / nelle ore e nei giorni. / La vita è ricca di istanti / che passano e scompaiono. / Frammenti di tempo / e scintille di pensieri / creano immagini vive / che si srotolano come gomitoli. /
Daniele Barbarotto

venerdì 27 marzo 2009

Io sono libero!


Io non ho confini: ho l'Infinito, / le mie strade sono aperte. / Ho rotto le catene, sono forte: / nessun male può travolgermi. / Meravigliosa è la mia vita, / piena di Luce e Amore. / Frizzante come il vento, / accendo le ceneri addormentate, / sveglio le foglie degli alberi. / Dall'alba al tramonto / la mia parola è: libertà!
Daniele Barbarotto

giovedì 26 marzo 2009

Una fame esagerata: la bulimia




La bulimia - un disturbo del comportamento alimentare - è caratterizzata da episodi in cui il soggetto sente un bisogno compulsivo di assumere spropositate quantità di cibo. La bulimia è frequente negli adolescenti e nei giovani adulti. Colpisce prevalentemente soggetti di sesso femminile. Gli episodi bulimici possono essere scatenati da alterazioni dell'umore, stati d'ansia o stress. Non vengono considerati episodi bulimici quei casi in cui vi è un'elevata assunzione di cibo saltuariamente e in contesti e situazioni particolari, né il continuo spiluccare nel corso della giornata. Per quanto riguarda le terapie indicate per la bulimia si fa riferimento a quelle impiegate per l'anoressia, tranne ovviamente per il regime alimentare. L'approccio terapeutico pluridisciplinare con l'ausilio dello psicoterapeuta, del neuropsichiatra, del nutrizionista, e spesso di altre figure diverse da caso a caso, è normalmente consigliato per contrastare tale patologia. D'aiuto alle varie forme terapeutiche elencate è spesso il ricorso ai gruppi di auto-mutuo-aiuto presenti oggigiorno anche all'interno di alcune strutture ospedaliere. Un programma terapeutico dovrà essere elaborato a seconda delle necessità della singola persona e certamente un programma di cure che coinvolga la consulenza di vari specialisti darà i migliori risultati. E’ importante sviluppare un approccio alla malattia che coinvolga il supporto dei famigliari del malato e della comunità (gruppi di auto-aiuto o altro genere di supporti messi a disposizione dalla società). La bulimia è costituita da frequenti abbuffate seguite dai cosiddetti comportamenti compensatori quali digiuno, vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, frenetica attività fisica. Il mangiare grandi quantità di cibo, quasi sempre di nascosto, mischiando dolce e salato, caldo e freddo, rappresenta un rifugio da una sofferenza interiore che non trova altre modalità di espressione e rappresenta pertanto un baluardo di difesa nei confronti di emozioni e stati d’animo non facilmente riconoscibili. La bulimia è una modalità estrema per trovare una risposta immediata all’insaziabile fame d’amore che il soggetto bulimico sperimenta in se stesso e che non trova nel mondo un’adeguata risposta. Le persone che soffrono di bulimia hanno una forte carica emotiva e una ricchezza interiore che loro stesse non sanno riconoscere. Il movente principale del loro stato scaturisce da una singolare dinamica psichica, le cui vibrazioni danno luogo a una forma di sensibilità incentrata sulla ricerca dei valori più nobili. Rifiutano tuttavia di aprirsi agli altri perché non li ritengono in grado di comprendere a sufficienza la loro sensibilità assai raffinata. Escludendo dunque ogni comunicazione con il mondo, il cibo diviene l’unico referente esterno perché è sempre accessibile, non tradisce, non giudica, non abbandona mai. Nel disperato tentativo di riempire un enorme vuoto interiore, il soggetto bulimico si sente costretto ad ingerire mastodontiche quantità di cibo. L'esistenza si fissa così nella rigida alternativa tra ingrassare e dimagrire, ingurgitare e vomitare. Dopo la scorpacciata, il soggetto bulimico sperimenta un profondo senso di colpa derivante dal fallimento del suo bisogno di controllare se stesso e il mondo. Ha ceduto al cibo, a questo subdolo nemico che attira, irretisce, non dà pace. E' necessario liberarsene. Ed è così che viene attivata la dinamica pieno/vuoto, tipica della bulimia. In un primo momento, il cibo viene cercato, divorato, consumato, perché serve a colmare un profondo e inaccettabile vuoto esistenziale. Il pieno del cibo rappresenta un tentativo estremo di garantirsi tutto l’amore del mondo: ogni boccone assume il valore di una speranza, di una domanda d’amore, una domanda senza fine che sfocia in un'orgia alimentare. Si tratta di una mera illusione! Successivamente, il paziente bulimico si rende conto di aver riempito il suo corpo e non la sua anima; il cibo ingerito diviene presto un fardello, un pieno intollerabile. Il bisogno di liberarsene, di vomitare, è finalizzato a ristabilire il vuoto esistenziale, un vuoto che non può essere materialmente colmato e che deve pertanto trovare altre vie di soddisfazione. Liberarsi del cibo serve a ristabilire il controllo sulla realtà. La bulimia è un grido estremo, una modalità compulsiva di comportamento messa in gioco al fine di rivendicare un bisogno propriamente umano di comprensione, ascolto, amore. E' quindi indispensabile fare un percorso psicologico di conoscenza interiore in grado di porre in luce le dinamiche, il più delle volte inconsce, che sottostanno a una modalità patologica di rapporto con il cibo. I pazienti bulimici vanno messi in condizio­ne di riconquistare la propria individualità, separandosi da un mondo arcaico e fusionale. Il loro originario bisogno di fusione totale viene in un primo momento riproiettato sul terapeuta. Occorre, col tempo, avviare un processo di separazione dal terapeuta stesso, affinché i pazienti giungano alla conquista di un'autonomia affettiva. Attraverso una buona relazione terapeutica, che ricalchi simbolicamente il primo legame, si ricostruisce il valore dell’amore, di un amore terreno. Il terapeuta, esternando un’accettazione incondizionata, sottrae al cibo ogni potere sostituendosi ad esso. Il cibo perde così il suo valore simbolico di catalizzatore delle emozioni, e il soggetto ritrova in se stesso la libertà di cercare altrove una risposta al significato dell’esistenza.
Daniele Barbarotto

martedì 24 marzo 2009

Dobbiamo mettere i governi con le spalle al muro!


Il nostro pianeta possiamo paragonarlo ad un'automobile lanciata a folle velocità verso un baratro. Il guidatore potrebbe frenare o sterzare, ma si limita a dire che ci penserà più tardi. Questo, grosso modo, è l'atteggiamento colpevolmente dilatorio che i paesi industrializzati hanno assunto finora di fronte ai gravissimi problemi dell'effetto serra e del buco nell'ozono. Si tratta di fenomeni di cui si conoscono bene sia le cause che gli effetti. Tutti sappiamo che l'uso dissennato di certi gas provoca l'assottigliamento dello strato di ozono e l'accelerazione dell'effetto serra. La fascia d'ozono forma uno schermo protettivo che assorbe i raggi ultravioletti e regola la temperatura della terra; l'assottigliamento di questa fascia fa sì che l'esposizione ai raggi solari sia più dannosa per l'uomo, causando anche un incremento dei tumori. Tra l'altro, l'eccesso di gas dannosi sulla superficie terrestre provoca l'intrappolamento del calore, il cosiddetto effetto serra, che comporta l'aumento della temperatura con le conseguenti modificazioni dell'ecosistema terrestre. Sono già numerosi i fenomeni inquietanti causati, da diversi anni a questa parte, dall'aumento della temperatura. Gli alberi crescono e muoiono più rapidamente, i ghiacciai si ritirano, il livello del mare sale con una velocità allarmante, anche a causa dello scioglimento delle calotte polari. Se questi fenomeni non verranno arginati, il livello degli oceani aumenterà, sommergendo vastissime fasce costiere ed avviando, in altre zone, processi di desertificazione. Occorre ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica e gas nocivi. Ma, nonostante siano chiari i pericoli a cui il mondo va incontro, gli Stati partecipanti alle conferenze ONU sul clima non hanno assunto posizioni adeguate in materia. Il coinvolgimento di colossali interessi economici e quelli dei paesi produttori di greggio rendono difficile un'azione sufficientemente incisiva. Come al solito, quando sono in gioco fattori economici rilevanti, le considerazioni sull'interesse collettivo passano in secondo piano. Per poter uscire da questa situazione stagnante è necessario ed improrogabile che tutta la società civile si mobiliti in difesa del futuro dell'umanità: dall'uomo della strada, alle casalinghe, dalle associazioni ambientaliste ai vari professionisti, attraverso strumenti di pressione politica ed utilizzando al meglio gli strumenti di comunicazione di massa. Solo così si potranno mettere i governi di fronte alle loro responsabilità!
DANIELE BARBAROTTO

lunedì 23 marzo 2009

Viva il gatto!

Non c'è animale più furbo del gatto: / amici, questo è un dato di fatto! / Ama così tanto l'indipendenza / che non tien conto d'ogni tua sentenza. / Si diverte tanto a cacciare i topi / ma nella vita c'ha tanti altri scopi. / La compagnia d'un gatto è sempre bella: / spargete nel mondo questa novella!
Daniele Barbarotto (Napoli)

domenica 22 marzo 2009

Punta di splendore


Amici, pochi altri passi / e poi sarem sulla vetta; / saliamo, ma senza fretta, / tra problemi, sterpi e sassi. / La vetta è là, bella e sgombra, / mite e contenta nel sole, / lungi da dove si duole, / fuor dalle nebbie e dall'ombra. / Anima dolente e stanca, / non ti rivolgere indietro: / scordati l'abisso tetro, / lassù c'è la luce bianca. / Voi, cui tormenta ed opprime / un cruccio cupo e nascoso, / ben sappiate che riposo / si trova sol sulle cime.
Daniele BARBAROTTO,

sabato 21 marzo 2009

Possiamo rimanere indifferenti?


Con tutto il cuore amo la libertà e considero sacra la ricerca della Verità. Una delle cose che, ovviamente, mi fa andare in bestia è l'arroganza di chi vuole soffocare la libertà d'espressione degli altri. Io difendo la libertà a spada tratta. Bisogna ascoltare tutte le opinioni. Logicamente, dobbiamo avere la compiacenza di prestare attenzione alle varie campane. Ciò è doveroso, oltre che conveniente. Ogni uomo, infatti, è latore di un messaggio speciale, costituito da un potenziale dinamico che è perfettivo per il singolo in sé e per la comunità. Siamo liberi, cioè siamo responsabili. Non possiamo cedere la nostra responsabilità a qualcun altro. Oggigiorno, purtroppo, troppi individui sono intrappolati in un'invisibile ragnatela qualunquista. Il mondo va a rotoli e loro se ne fregano. Tanto per fare un esempio, le più belle foreste vengono sistematicamente distrutte ad un ritmo sconvolgente da società che usano i defolianti. Un'area di foresta estesa come il Piemonte viene abbattuta ogni mese; e le popolazioni che hanno vissuto per millenni in mezzo al verde della natura vengono obbligate con la forza a sloggiare. Il mondo è davvero in mano agli imbecilli! La balordaggine di certi governanti sta mandando in malora il nostro pianeta. Troppa gente onesta ma codarda sta zitta e questo è un male. Ognuno di noi ha il santo e legittimo dovere di levare alta la propria voce affinché Madre Terra sia trattata con rispetto. Speriamo che la ragione prevalga, prima che sia troppo tardi!
.
DANIELE BARBAROTTO

venerdì 20 marzo 2009

Un disturbo da non sottovalutare


L'anoressia è una malattia che si manifesta sovente in un periodo assai complesso, delicato e tormentato dell'esistenza: l'adolescenza. In questo periodo il corpo e la mente vanno incontro ad un'autentica metamorfosi provocando un notevole disagio psicologico che può assumere sia le forme passeggere dell'ansia e della depressione, che una forma più grave, cioè l'anoressia. Il rifiuto del cibo non è altro che l'aspetto esteriore di un problema psicologico molto serio, che nasce o perché c'è un rapporto molto conflittuale con i genitori o perché la ragazza non riesce ad accettare se stessa e le trasformazioni del proprio corpo o per un desiderio di autodistruzione o perché vuole avere un fisico particolarmente snello. L'anoressia all'inizio si manifesta col desiderio ossessivo di dimagrire e poi con l'intraprendere una dieta ferrea per arrivare al peso forma. Ma una volta raggiunto lo scopo, la ragazza decide di continuare a dimagrire, ossessionata dalla sua (presunta) grassezza. Il fatto di vedersi sempre grassa non è un capriccio, purtroppo, ma è la percezione distorta che la ragazza ha del proprio corpo, e la mancanza di appetito in realtà non esiste; anzi a volte è presa da veri attacchi di fame. Ma la decisione di dimagrire è portata avanti dall'anoressica con estremo rigore e con volontà fermissima fino al totale deperimento dell'organismo. Pian piano scemano la lucidità e l'intelligenza. Di conseguenza subentrano l'apatia, la malinconia, la chiusura completa nei riguardi degli altri. Quando poi si arriva all'ultimo stadio, è indispensabile il ricovero in ospedale. Poiché l'anoressia è un problema psicologico, è importante che si intervenga all'inizio della malattia, consultando uno psicologo. Spesso i genitori non capiscono la gravità della malattia, per cui non sempre sono all'altezza di aiutare la figlia ad uscire da questo terribile tunnel. A scatenare l'anoressia a volte è proprio la presenza ingombrante, invadente e soffocante degli stessi genitori, per cui la personalità della ragazza finisce per restare schiacciata. L'unico modo per aiutarla è l'autocritica, cioè mettere in discussione se stessi, e, quindi, il loro comportamento nei confronti della figlia. Però questo si verifica troppo raramente. Ricapitolando, l'anoressia è uno dei più importanti disturbi del comportamento alimentare. Ciò che contraddistingue l'anoressia è il rifiuto del cibo da parte della persona e la paura ossessiva di ingrassare. Nelle forme più gravi possono svilupparsi malnutrizione, inedia, amenorrea ed emaciazione. L’anoressia è una malattia che può mettere a repentaglio la vita di chi ne è colpito. Perciò, prima si corre ai ripari, meglio è.
Daniele Barbarotto

giovedì 19 marzo 2009

Senza confini


La mia mente è in subbuglio / davanti agli spazi siderali. / Spettacoli d'immensità si susseguono / a ritmo stupefacente nell'oggi. / Tra pensieri verdi scorrono / abissi di cosmica bellezza. / Davanti agli occhi miei stanno / immagini palpitanti di mistero. / L'Amore è lo scopo per cui esiste / l'universo meraviglioso in cui viviamo.
Daniele barbarotto

mercoledì 18 marzo 2009

Tutto è Luce!



Io parlo ai raggi di sole /che scendono sull'onde marine: /milioni di riflessi, giochi scintillanti / che saltellano nell'azzurre acque / e rimandano alla Luce Infinita. / Io parlo al vento che accarezza / la mia pelle e mi guida lontano, / verso altre sponde, vite antiche. / Io parlo alle foglie delle palme, / agli uccelli che spaziano in alto. / Io parlo ai fiori unti di rugiada, / alle grandi pianure d'erba fresca. / Io parlo al mio cuore brillante / d'estasi, gioia e pace senza confini. /
Daniele Barbarotto

domenica 15 marzo 2009

... volendo ... volando ...

.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
.
Camminando ho superato dune, mari e monti. / Nel silenzio ho visto scorrere il tempo / tra loquaci granelli di sabbia. / Ho catturato gli sguardi di animali / scioccati dalla bestialità di certi uomini. / All'alba il sole comincia a disegnare / i programmi del buon giorno. / Il vento cammina sospeso nell'aria / mentre l'anima mia inventa colori / per tingere di bellezza il mio compito. / Stringo il presente nel palmo della mano / e mi godo la libertà spirituale senza confini.

DANIELE BARBAROTTO

venerdì 13 marzo 2009

Bambini grassi

In base ai dati resi noti dalla Comunità Europea, l’Italia detiene il discutibile primato europeo del numero di bambini in sovrappeso od obesi: quasi 4 su 10, tra i 6 e i 9 anni, sono parecchio grassottelli. Merendine, biscotti da colazione, contengono molto grasso e zucchero. Quindi fanno ingrassare. Inoltre alterano il nostro ambiente endocrino facendo aumentare l’insulina. Tali alterazioni col tempo accrescono il rischio di ammalarsi di tumore e di varie altre malattie croniche... Fino a duecento anni fa lo zucchero non faceva parte dell’alimentazione abituale dell’uomo. Solo ai tempi di Napoleone si svilupparono gli zuccherifici in Europa e progressivamente i prezzi diminuirono. Lo zucchero divenne alimento di tutti e di tutti i giorni. In breve, siamo diventati schiavi dello zucchero. Ma ripartire da una sana alimentazione è una delle priorità assolute per evitare che la piaga dell’obesità si estenda ancora di più, con le sue funeste conseguenze.
Daniele Barbarotto

giovedì 12 marzo 2009

Usciremo dal tunnel


Una scimmia con fiero cipiglio / si guarda nello specchio. / Si gratta le ascelle e fa smorfie / ad ogni attimo che passa. / Una lucertola la osserva con calma. / Io rifletto a mille all'ora e rido. / Ci sono tante cose buffe nella vita. / Un cane procede annusando tutto. / Sulla strada le auto seminano smog. / Dal televisore escono immagini e notizie / che creano tanta preoccupazione. / Il mondo è attanagliato da una crisi nera nera. / Quando tornerà di nuovo il bel tempo?

daniele barbarotto

mercoledì 11 marzo 2009

Città interamente vegetariana

In India esiste una città dove è proibito introdurre carne, alcol e droghe. Questa città si chiama Pushkar e si trova nel cuore del Rajahstan occidentale a otto ore di macchina da Delhi. Una cosa che colpisce parecchio è che all'ingresso della città c'è un vero e proprio check point, con tanto di sbarra. Entrando, si paga un dazio simbolico di cinque rupie (l'equivalente di 13 centesimi di euro). Non è possibile portare dentro niente che sia impuro: niente alcol, niente droghe, e - soprattutto - niente carne macellata. Da questa porta si entra e da questa si esce. Non ci sono scorciatoie, né vie alternative per entrare in questa città santa dell'induismo. Pushkar è una città incantata, dalle case coloratissime nel quartiere del mercato, e bianchissime quando affacciano sul lago. Gli abitanti raccontano che il lago sia nato da una lacrima di Brahma, una delle più venerate divinità induiste. Per gli induisti che venerano Brahma, Pushkar è una specie di Mecca. Bisogna andarci in pellegrinaggio, almeno una volta nella vita. Ventimila abitanti e la bellezza di mille templi. A dispetto di tutto quanto accade nelle altre città indiane, a Pushkar regnano la pace e il silenzio. Poche centinaia di metri dopo aver pagato il biglietto per entrare nella città santa, è necessario lasciare la macchina. Per il resto, è una città quasi pedonalizzata. Circolano solo gli scooter e le moto, i risciò a pedali e qualche touk touk, gli Ape a tre ruote riadattati per il trasporto delle persone. Il mezzo di locomozione preferito da tutti - abitanti e turisti - è la bicicletta. A Pushkar c'è abbastanza il silenzio, e questo regala alla città quell'aria mistica e magica che attira gente da tutto il mondo. Pushkar è un nome bellissimo e significativo. Deriva infatti dall'unione delle parole «fiore» (push) e «mano» (kar). E poi c'è il lago: luogo di culto al tramonto quando si fanno le puja, le preghiere e i canti sacri. Il lago è inoltre luogo di grande raccoglimento all'alba, durante i bagni di purificazione che avvengono a qualsiasi temperatura, con ogni condizione meterologica. Riepilogando: la carne è tassativamente proibita a Pushkar, da sempre. Nei ristoranti e negli alberghi, è possibile trovare i piatti tradizionali della cucina indiana, i piatti cinesi, lo hummus tipico della cucina israeliana, addirittura la pizza. Pushkar è una città integralmente vegetariana. La carne è proibita e la proibizione è reale. Davvero nessuno mangia carne. La carne qui non si vende, non si compra, non si cucina, non si mangia. Un bel posto, un posto tranquillo, un posto salutare!
DANIELE BARBAROTTO

martedì 10 marzo 2009

Come un mantra ...










"Lo Spirito Universale sta operando meraviglie nella mia vita." Pronunciate questa frase numerose volte nel corso delle vostre giornate. Essa potenzierà le facoltà della vostra mente e tutte le cellule del vostro corpo. Ben presto noterete dentro di voi la presenza dello Spirito, percepirete il Suo Amore Infinito e vi renderete conto che il vostro stato d'animo sta diventando via via più gioioso. Vi sentirete colmi di pace, fortemente propensi a pensare positivo e ad esternare gratitudine. Inoltre, avvertirete che copiose benedizioni stanno scendendo su di voi, che siete circondati di Luce e che le cose stanno evolvendo per il meglio. Non è stupendo?

Daniele Barbarotto

lunedì 9 marzo 2009

Affrettatevi lentamente!!!


"Festina lente" ("Affrettati piano") è un motto attribuito all'Imperatore Augusto dallo scrittore latino Svetonio. Oggi tutti viviamo a ritmi frenetici, ma faremmo meglio a rallentare un po'. Dovremmo adottare la virtù della lentezza. Questo non significa che dovremmo sempre procedere adagio; ma farlo di tanto in tanto ci consentirebbe di guardare la nostra vita e renderci conto che ci sono anche tante cose belle. Introdurre un po' di lentezza nella nostra quotidianità, fermarci un attimo, salutare le persone in ascensore, sorridere, essere gentili, sono esercizi che al principio possono sembrare forzature. Ma poi ci procurano vantaggi non indifferenti. Se siamo in coda al supermercato, invece di sbuffare nervosamente, potremmo fare due chiacchiere con chi ci sta attorno. Mi piace il detto: "Chi va piano, va sano e va lontano." Non dovremmo correre per le scale della metropolitana, tanto entro pochi minuti arriverà un altro treno. A volte incontriamo un amico per strada e neppure ci fermiamo 10 secondi per stringergli la mano. Andiamo dannatamente di corsa e più facciamo così, più la salute e la felicità si allontanano. Quindi, ricordiamoci di diventare amici della lentezza. Concludo con il motto tanto caro alla mia amica Sonia Maggy Guerra: VIVI CON LENTEZZA E GODITI LA BREZZA! E voi, che ne dite?
Daniele Barbarotto

domenica 8 marzo 2009

Un sogno freddissimo








Gironzolo al Polo Nord, / supero la calotta artica. / Il viaggio pare senza fine. / Vedo un vasto giardino di ghiaccio / circondato d'acqua piatta. / Salgo sopra un'argentea slitta, / trainata da forti e generosi cani, / per andare da un punto all'altro. / La natura è cristallizzata, / gli alberi sono trasparenti / e i fiori sembrano fiocchi di neve / osservati al microscopio. / Mi sento come una statua / sopra un grattacielo a forma piramidale. / Eppure in mezzo a questo biancore / il mio cuore batte festosamente / come le ali d'una farfalla.
Daniele Barbarotto

sabato 7 marzo 2009

Labirinti scherzosi (Poesia dedicata alle donne)


L'umane vicende s'appiattiscono, / ma non l'amore vero. / Durante un fortissimo terremoto, / gli edifici crollano in polverose macerie, /ma la forza delle donne resiste! / La pace nel mondo ha bisogno / della creatività femminile. / Dove batte il cuore d'una ragazza, / gl'incubi svaniscono come vacue ombre / e la solitudine si scioglie come neve al sole. / La disperazione evapora / davanti al sorriso dell'amata. / Ogni autentica donna ha una perla nel cuore.

DANIELE BARBAROTTO







venerdì 6 marzo 2009

Bestia misteriosa e scaltra!





.
L'animale più bello è il gatto. / E' la verità, un dato di fatto. / Un micio è bestiolina discreta / e bada solo alla cosa concreta. / Il suo fascino corre in tutto il mondo, / com'è vero che il cerchio è rotondo. / Ha degli occhi così meravigliosi / che tutti ammiriamo a ritmi ondosi.

Daniele Barbarotto

giovedì 5 marzo 2009

La pettegola

Semina sospetti da mane a sera / e quasi mai dice la cosa vera. / Stare ad ascoltarla è tempo perso, / di farla ragionare non c'è verso. / Spiffera scemenze a manca e a destra, / sussurra perfino dalla finestra. / La pettegola giorno e notte parla, / certamente anche di voi lei sparla. / Da tal donna Dio ci liberi e scampi; / ce ne salvi come da peste e crampi.
Daniele Barbarotto

martedì 3 marzo 2009

DECALOGO per una vita risplendente


1: Ama le persone e ogni cosa: in tal modo amerai anche Dio. 2: Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te. 3: Fai del tuo meglio, semina il bene, e raccoglierai benedizioni a piene mani. 4: Sappi volere: la volontà è il mezzo più potente a tua disposizione. 5: Ciò che pensi si avvera, perciò pensa positivo e in grande. 6: Abbi sempre davanti agli occhi gli obiettivi che desideri conseguire. 7: Accogli con gratitudine qualunque cosa ti succeda. 8: L'universo è uno specchio: se gli sorridi, ti sorride. 9: Riforma te stesso e sarai nella migliore condizione per riformare il mondo. 10: Se vuoi una vita eccellente, sii gentile, chiaro, franco e e sincero.
Daniele Barbarotto (Napoli)

Due paroline sul ... diavolo


Resto sbigottito quando ascolto certi discorsi sul diavolo, così come vengono articolati da persone che conosco, perché ne parlano in modo tremendamente primitivo e grossolano. Eppure siamo entrati nel terzo millennio ... "Oggi si vede il diavolo dappertutto. Se ne fa un gran parlare, se ne abusa. In realtà, il diavolo è l'immagine metafisica del male." (Cecilia Gatto Trocchi, antropologa). Il diavolo è una una figura mitologica. Stop. Il diavolo non esiste. Esistono invece la stupidità e la negatività degli uomini!!! "Il diavolo ... è la personificazione di una somma di angosce e proiezione di timori. Non esistono miliardi di diavoli, ma miliardi di angosce, paure, alle quali si è dato un nome. Quindi, io propongo un approccio interpretativo, ermeneutico. Invece di usare la parola diavolo che crea tanti equivoci, dobbiamo vedere la cosa stessa: le angosce degli uomini, le loro paure, le loro regressioni." (Sergio Moravia, filosofo). Amici, il diavolo è una bugia per gli adulti. Ci sono bugie per i bambini, tipo il lupo cattivo sotto il letto, e ci sono bugie per i grandi. Insomma, si tratta di un trucco psicologico, un'invenzione ....
Daniele BARBAROTTO

lunedì 2 marzo 2009

I desideri del mio cuore


Ho il desiderio di camminare / per il sentiero della vita nobile. / Ho il desiderio di sorridere / pure in mezzo alla tempesta. / Ho il desiderio di amare tutti. / Ho il desiderio d'essere in pace / con me stesso e gli altri. / Ho il desiderio di contemplare / la divina ed eterna bellezza / nella stilla di rugiada / sui petali dei fiori mattutini. / Ho il desiderio di ascoltare / nel più assoluto silenzio / la suadente voce dello Spirito. /

DANIELE BARBAROTTO

domenica 1 marzo 2009

Ricercare senza preconcetti


Il mio fare ricerche a 360 gradi mi ha salvato dalla fossilizzazione intellettuale e da certa teologia limitativa. Io sono dell'avviso che ciò che conta di più è la crescita spirituale. Con l'ausilio di una religiosità autenticamente vissuta e non più dogmaticamente trasmessa, credo che possiamo compiere sbalorditivi progressi spirituali e sperimentare una pace del tutto nuova e profonda. Di persone spiritualmente evolute ce ne sono poche in circolazione. Molte persone sono indottrinate, quindi eccessivamente compiaciute, presuntuose e ottuse. Queste persone si lasciano imbambolare dalle omelie ecclesiastiche e pensano di avere un'ottima relazione con Dio. Secondo Lancelot Andrews, prelato e scrittore inglese, le cose in realtà stanno in modo assai diverso: "Tanto più vicini alla Chiesa, tanto più lontani da Dio." Perché sto facendo questi discorsi e riferendo questa citazione? Perché io sono un difensore dello studio libero contro la fede che si cristallizza e si chiude ad una conoscenza progressiva della Verità. Una fede simile è nociva, perché oscura le coscienze. Oggi più che mai c'è bisogno di un'accelerazione nello sviluppo spirituale. C'è bisogno di costruire nuovi ponti tra le religioni, i popoli e le culture. C'è bisogno di autentico, libero dialogo tra le religioni, passo necessario per giungere all'abbattimento dei muri di sospetto e di incomprensione. Troppa gente, troppe cosiddette guide spirituali e troppi politici sono più ciechi delle talpe! Se vogliamo conoscere la Verità che libera, dobbiamo rimboccarci le maniche e fare ricerche libere, indipendenti e sincere, ricordandoci che dobbiamo rendere conto del nostro operato anzitutto a Dio e alla nostra coscienza.

DANIELE BARBAROTTO