martedì 18 novembre 2008

Adulterio su Internet (che esagerazione! )









Il web ha esercitato un ruolo da protagonista nel divorzio di una coppia di inglesi, David Pollard e Amy Taylor. La cosa curiosa, strana, è che a dividere i due sono state le corna virtuali che il marito ha messo alla moglie su Second Life, l'universo in 3D a portata di mouse, che conta nel mondo la bellezza di 12 milioni di utenti. Di primo acchito verrebbe da esclamare "Roba da matti!", ma sarebbe troppo semplicistico. Non è vero? Pertanto, entriamo nei dettagli, per capire meglio. Su Second Life ci si può costruire una nuova identità creando un avatar (personaggio virtuale), si può socializzare, fare sesso e un sacco di altre cose. Un bel giorno la moglie (28 anni) sorprende il marito in flagrante mentre si accoppia con una prostituta di Second Life. "Guardavo lo schermo e vedevo il suo avatar fare l'amore. Per quanto mi riguarda è tradimento" ha raccontato ai giornali l'indispettita e inviperita signora. Dopo l'adulterio, subito a colpi di clic, la moglie ferita assume un investigatore privato virtuale (per cortesia non mettetevi a ridere!) per tenere d'occhio l'avatar del marito. Per qualche tempo tutto fila liscio, ma poi, per la seconda volta, la signora scopre il coniuge (40 anni) mentre sta facendo tante coccole ad una donna, (sempre virtuale, ovviamente!). Segue un increscioso alterco. Il giorno dopo la donna tradita è andata dall'avvocato per avviare le pratiche della separazione. Nel frattempo non sta con le braccia al sen conserte, ma cerca qualcuno che la consoli. In men che non si dica, assistita dalla fortuna, ha trovato un altro amore. Quasi quasi direi: "Tutto è bene quel che finisce bene!". Ma mi sembrerebbe una banalità, una cavolata, anzi una bestialità! Coi tempi che corrono, se ne sentono di tutti i colori e notizie come quella che ho riportato, non possono che far sorridere. O no? Forse forse, sta dilagando una sorta di immaturità. Per certe persone il matrimonio può tranquillamente saltare in aria per delle futilità risibilissime. Io mi domando e dico: questa non è roba da matti?! Ma forse il matto sono io perché penso che il matrimonio sia una cosa seria! Concludo: il caso, al di là dei risvolti umoristici, apre tuttavia nuovi inquietanti scenari nell'ambito del diritto civile. Insomma, chi vivrà, vedrà.
DANIELE BARBAROTTO

Nessun commento: