lunedì 24 novembre 2008

Sandro Curzi, un giornalista carismatico



Sandro Curzi (4 marzo 1930-22 novembre 2008), è stato giornalista e politico. E' morto dopo una lunga malattia, all'età di 78 anni. Voglio ricordare, per sommi capi, alcune delle cose fatte da questo maestro di giornalismo, che aveva molto senso dell'umorismo, tanti avversari ma nessun nemico. Resistente partigiano a 13 anni, comunista iscritto già a 14, Curzi ha vissuto tutta la sua vita fedele, pur senza rigidità, alle idee di gioventù passando con Fausto Bertinotti a Rifondazione Comunista alla fine degli anni '90. Notevole è stato il suo impegno con la TV. Entra in Rai nel 1975 e comincia dal Gr1 diretto da Sergio Zavoli. Nel '76, con Biagio Agnes e Alberto La Volpe, dà vita alla terza rete televisiva della Rai mentre nel 1978 è condirettore del Tg3 diretto da Biagio Agnes. In questa veste "scopre" Michele Santoro e collabora alla realizzazione del programma Samarcanda. Storico direttore del Tg3 dal 1987 al 1993 dà al telegiornale una impronta tutta particolare, dinamica e aggressiva che dà voce alle istanze della sinistra. Soprannominato per questo, dagli avversari politici, «Telekabul», il Tg3 cresce in spettatori e autorevolezza. Antifascista convinto, politico abile, Curzi si è spesso distinto per posizioni non banali e non sempre in linea con i diktat di partito. Era sposato dal 1954 con Bruna Bellonzi, anch'essa giornalista. Era padre di Candida Curzi, giornalista dell'Ansa. Sandro Curzi era dal 2005 consigliere di amministrazione della Rai, di cui per tre mesi - in attesa della nomina del presidente da parte della Commissione di Vigilianza - e' stato anche presidente, in quanto consigliere anziano. Nel 1954 si sposa con la giornalista e "compagna" Bruna Bellonzi (avranno poi una figlia, Candida, destinata anch'essa a fare il mestiere di giornalista). Insomma, una famiglia dedita al giornalismo! Nel Festival di Sanremo 1995 ha cantato nel gruppo La Riserva Indiana col nome Sioux di "Grande Capo Vento nei Capelli" la canzone Troppo Sole.Dal 1998 al 2005 dirige Liberazione, organo del Partito della Rifondazione Comunista. Secondo Romano Prodi, Curzi è stato "un uomo di grande indipendenza di giudizio". Clemente Mimun ha detto: "Perdo un amico nei confronti del quale avevo grande affetto". Il ministro Maroni: "Sandro Curzi ha rappresentato, pur da uomo di parte, una grande indipendenza e vivacità intellettuale". Veltroni: "Se ne va un vecchio amico, un giornalista di razza, un uomo coraggioso e ironico". La storia personale di Curzi ha attraversato la seconda metà del Novecento italiano con coerenza, passione politica e profonda dedizione alla professione, lasciando ai colleghi più giovani un esempio di giornalismo moderno, trasparente e coraggioso. Dotato di forte personalità, uomo rispettoso degli altri, ora che se non c'è più nessuno ha difficoltà nel riconoscere le qualità che lo hanno contraddistinto. Effettivamente, è stato un vero uomo, un vero italiano, un vero giornalista.
Daniele Barbarotto

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