mercoledì 19 novembre 2008

I bambini italiani e i loro disagi








Il 9° Rapporto Nazionale sulla condizione dell’Infanzia e dell’Adolescenza di Eurispes e Telefono Azzurro descrive la quotidianità dei bambini italiani tra bullismo, povertà vera, paure più o meno immaginarie e una gamma piuttosto lunga di altri disagi. Ci sono bambini che fingono di essere malati per non andare a scuola, che litigano con i compagni di scuola, che mentono sistematicamente, che rispondono sgarbatamente agli insegnanti e fuggono da casa. Si tratta di episodi, poco eclatanti e probabilmente proprio per questo motivo erroneamente sottovalutati da genitori ed insegnanti, che tendono a minimizzare, a ricondurre tutto a dei capricci passeggeri; oppure reagiscono con bruschi rimproveri, in alcuni casi con qualche scappellotto. Quali sono le cause di questi comportamenti problematici e le manchevolezze dei grandi che possono averli originati? Bisogna che gli adulti si informino meglio per non incorrere negli stessi deprecabili errori e per compiere le scelte più opportune, quelle che possono portare alla soluzione dei problemi. I bambini italiani sono assillati da molte paure, a cominciare da quella di essere vittime di violenze sessuali per gli adolescenti, o di essere rapiti per i bambini. Dal Rapporto testè citato emergono molti motivi di allarme. A cominciare dalla povertà infantile, molto più diffusa in Italia che negli altri Paesi europei: mentre in Europa è povero un bambino su cinque, qui da noi è a rischio uno su quattro. E per gli adolescenti è allarme alcolismo e droga. Il bullismo è sempre più minaccioso e oltre un quarto dei bambini, secondo il Rapporto, afferma di essere stato ripetutamente vittima di brutti scherzi (27,8%), provocazioni e prese in giro (26,6%) e offese gratuite (25,6%). Nel 13,5% dei casi i bambini riferiscono di aver subito furti di oggetti o cibo (13,5%), botte (11,5%), minacce (11,1%) e furti di denaro (4,7%).
Telefonino. La maggioranza dei bambini italiani riceve il primo cellulare tra gli 8 e i 9 anni (34,9%), mentre il 23,3% lo riceve tra i 10 e gli 11 anni. Precoce il 17,6% dei piccoli, che ha ricevuto il telefonino in un’età compresa tra i 6 e i 7 anni, mentre ’solo’ il 10,1% dei bambini ha avuto il cellulare prima dei 6 anni. E così il 57,5% degli italiani in erba ne possiede uno personale, contro il 36,6% che non ne dispone ancora ma che sicurissimamente desidererebbe averlo. Una breve digressione: da bambino, se la memoria non m'inganna, sono entrato in possesso del mio primo orologio a 8 anni. Poi è arrivata la bicicletta, infine il motorino, ecc. Ogni volta è stata una festa per me. Oggi i bambini ottengono regali più tecnologici e costosi, ma suppongo siano meno felici. Dal telegiornale ho appreso che si va verso l'istituzione di un garante per l'infanzia. E' una buona notizia; certamente è un passo nella direzione giusta.

Daniele Barbarotto



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