martedì 30 dicembre 2008

Senza coraggio niente pace in Medio Oriente

Quei palestinesi che cantano le lodi di Hamas, commettono un terribile errore. Hamas, come quasi tutti sappiamo, è un movimento capeggiato in buona parte da terroristi. Hamas vede Israele come il fumo negli occhi. Per una settimana i razzi di Hamas sono stati lanciati contro Israele. Israele ammoniva: attenti, se ci attaccate reagiremo con la massima durezza! Il guaio di numerosi palestinesi è di appoggiare capi e movimenti che hanno obiettivi contrari al benessere. Hamas non porterà né democrazia, né modernità, né pace, né prosperità, traguardi a cui legittimamente aspira ogni buon musulmano. L'esistenza di due Stati, israeliano e palestinese, nei confini fissati dalle Nazioni Unite, deve divenire realtà il più presto possibile. Ma c'è chi rema contro. Sappiamo benissimo che questo mondo non è abitato solo da brave persone, ma anche da produttori di armi, trafficanti, guerrafondai e politici corrotti. Se si fanno le armi, le si vendono e non si fanno guerre, l'industria delle armi dove va? Per decenza non lo dico. Tanto mi avete già capito! Avete capito cioè che la guerra è un affare gigantesco per certi satanassi. Dicevo, occorre perseguire l'esistenza di questi due Stati nei loro confini internazionali. Qualunque oltraggio alla legalità internazionale per quanto questa legalità possa apparire discutibile porta in sé un male più grande di quello contestato. Perciò ogni soluzione del conflitto che non rispetti integralmente la legalità internazionale, cioè le risoluzioni dell'Onu, non può condurre alla pace. Per conseguire la pace, solo la via della diplomazia ha buone probabilità di successo. Questa strada si fonda su due regole complementari: da una parte, la giustizia e il rispetto della legalità internazionale; dall'altra, la necessità di fare alcune concessioni per tenere conto della realtà oggettiva. Il che presuppone da una parte conoscenza e senso del diritto internazionale; dall'altra flessibilità e discernimento nonché disponibilità a rinunciare ad una parte dei miei diritti a favore dei diritti dell'altro. Aggiungerei un appunto: posto il fatto che da più di mezzo secolo in Medio Oriente dominano guerra e odio, NON ESISTE E NON POTRA' ESISTERE UNA SOLUZIONE PERFETTA; occorre cercare e accettare la meno imperfetta delle soluzioni. Bisogna raggiungere una soluzione duratura, anzi definitiva, della crisi del Medio Oriente, per poter costruire la pace.
CONCRETAMENTE COSA SI POTREBBE FARE? Ecco, per sommi capi, alcuni possibili passi:
1. Creare uno Stato palestinese basato sulle frontiere internazionali (ovviamente dovranno essere fatte piccole modifiche, purché di comune accordo fra Israele e Palestina). 2. Riconoscimento ufficiale e scambio di ambasciatori. 3. Istituire una Forza Internazionale "consistente" laddove la pace non sia stata ancora pienamente acquisita. Questa forza dovrebbe essere posta su entrambi i lati delle frontiere internazionali. 4. Aiutare lo Stato Palestinese a costituire un esercito nazionale sufficientemente forte per assicurare da solo la sicurezza e quindi smilitarizzare tutte le milizie e i gruppi armati. 5. Liberare tutti i prigionieri degli altri Paesi detenuti nel proprio Stato, mediante accordi di scambio; in particolare tra Israele e Palestina, Israele e Libano, ecc. Perché tali progetti possano realizzarsi occorre una rivoluzione nella maniera di pensare. Da più di mezzo secolo i responsabili politici d'Israele e dei Paesi arabi non hanno proposto che la violenza ai loro popoli come unica soluzione ai problemi, convincendoli che il diritto e la ragione erano dalla loro parte. Occorrerà molto coraggio per cambiare discorso. La guerra non richiede coraggio, la pace sì! La guerra che in questi giorni è nuovamente sotto i nostri occhi, con il suo strascico disumano di bestialità e sofferenze indescrivibili, deve consentire a milioni, anzi a miliardi, di persone di tutte le tendenze, di comprendere una volta per tutte che la violenza, qualunque sia la sua giustificazione, non porterà alcuna soluzione duratura, e che il Medio Oriente non sarà pacificato dalla guerra!

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Daniele Barbarotto (Napoli)

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